giovedì 24 marzo 2011

CFSL e le Immagini per il Giappone - CFSL Des images pour le Japon

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In data 11 marzo 2011, il Giappone è stato colpito dal più grande terremoto della sua storia. Abbiamo tutti visto - quasi in diretta - il disastro e siamo rimasti colpiti da questa tragedia di proporzioni storiche, le cui conseguenze non sono ancora chiare. Se i numeri non sono definiti, sappiamo tutti che le persone che vivono questa situazione hanno bisogno di aiuto. CFSL  è impegnata, e sostiene le vittime del terremoto attraverso l'azione dei suoi membri, siano essi illustratori o scrittori.
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Il progetto Tsunami è stato avviato con un movimento comune e simultaneo sulle reti sociali e sulle comunità, su iniziativa di Jean-David Morvan, Sylvain Runberg, Aurélie Neyret, Artludik, Kness Made e la CFSL. Ringraziamo in modo particolare Remi Maynègre primo ad illustrare l'argomento e che ora lavora attivamente per aiutare le vittime a trovare un aiuto e ad evacuare le zone colpite.


Testo originale : CSFL.net  -  Immagine di Mayana
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domenica 27 febbraio 2011

La crisi economica e le nostre tranquillità


Rileggendo le parole di Nouriel Roubini in un intervista rilasciata durante una visita in Italia agli inizi del 2008, ci rendiamo conto che erano un avviso, se pur tardivo, circa quanto sarebbe accaduto di lì a pochi mesi: "A questo punto una recessione negli Stati Uniti è inevitabile...Sono convinto che il resto del mondo non riesca a isolarsi...Dai rapporti commerciali, alla finanza, ai tassi di cambio fra le valute, all’impatto sulla fiducia: sono molti i canali di trasmissione che implicano un passaggio degli choc dall’America al resto del mondo...tutto indica che che la recessione negli Stati Uniti non sarà lieve ma severa. E la sofferenza si trasmetterà anche all’Europa e all’Asia."(1).


In seguito, gli stili di vita si sarebbero gradualmente, lentamente modificati - sospinti dai cambiamenti che avvenivano. Le modifiche non erano però determinate da una presa di coscienza della realtà economica bensì dalle onde che questa provocava. 
Gli avvenimenti che stampa e televisione definivano "terremoti" per l'economia non hanno scosso le nostre tranquillità, poggiate sulla fiducia di un sistema economico che credevamo non avrebbe fallito e sulle dichiarazioni di economisti, banchieri e rappresentanti di governi.  
Globalizzazione è diventata una parola conosciuta ma non compresa e, se è stato semplice per le persone nutrirsi di prodotti coltivati a migliaia di chilometri e per le imprese trarre profitti dal lavoro a basso costo, è ora invece difficile accettare sacrifici nella convinzione di pagare gli errori di qualcuno che opera dall'altra parte dell'oceano, senza la capacità di domandarci se questi errori sono anche errori nostri.

E quello che accade in questi giorni nei paesi medioorientali - così vicini a noi, ma così lontani dalla nostra cultura - sono una spinta a comprendere, a cercare di capirla, la globalizzazione.



(1) Nouriel Roubini - intervista di F. Fubini - Corriere della Sera - 21 gennaio 2008