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domenica 4 luglio 2010

Il villaggio di cristallo

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Viviamo in un mondo che ci sommerge di notizie, ogni giorno, in tempo reale, ogni momento:  arrivano a noi in mille modi, sollecitano le nostre emozioni e ci coinvolgono ma vengono subito superate da nuove informazioni e improvvisi cambiamenti di scena. 

Una volta era forse più semplice: la diffusione delle informazioni avveniva oralmente o tramite scritti, con tempi diversi; le notizie venivano condivise, dilatandosi, all'interno di una comunità e la percezione di un mondo ristretto ne favoriva l'approfondimento. 

Ora è più difficile soffermarsi su un fatto perchè la nostra attenzione è ripetutamente attirata da nuovi avvenimenti:  siamo continuamente sospinti da un'involontaria distrazione e riflessione e approfondimento ci appaiono una perdita di tempo.

Siamo abitanti di un villaggio di cristallo dove vediamo tutto il bene ed il male,  alla ricerca del senso di quanto accade, senza riuscire a fermarci e ad agire.


mercoledì 5 maggio 2010

Un messaggio da Atene

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Pensare che gli insegnamenti dalla Grecia giungano a noi solamente dal passato è sbagliato perchè,  se guardiamo gli avvenimenti recenti,  arriva all'Europa un nuovo messaggio: non tutto verrà accettato in silenzio e le  molotov gettate oggi contro le banche sono il simbolo della vita reale che si contrappone in modo imperativo alla gestione virtuale dell' economia.


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mercoledì 7 aprile 2010

I figli di Giustino Parisse, i nostri figli.



Dopo il 6 aprile 2009 mi sono spesso domandata se qualcuno sentisse qualche responsabilità, non per ciò che era avvenuto, ma per quello che non era stato fatto, prima. 
Qualcuno, mi domandavo,  si sarà posto, pur nel dolore, il problema della responsabilità?
Io abito in provincia di Milano, sono lontana dall'Abruzzo e ho due figlie. Il sei aprile del duemilanove mi sono domandata cosa abbiamo sbagliato, perchè sapevo che qualcosa avevamo sbagliato, e come mai nessuno lo domandasse ad alta voce.
Poi, ho letto la lettera che Giustino Parisse ha scritto ieri ai suoi due figli, Domenico e Maria Paola, morti sotto le macerie della loro casa. L'ho letta quasi senza respirare, incredula.

"Io ho avuto la grande colpa di fidarmi di chi ci rassicurava, come voi vi siete fidati di me. Ma della vostra morte sono il primo colpevole: non cerco alibi o giustificazioni anche se mi aspetto anch’io che la giustizia degli uomini faccia chiarezza fino in fondo e stabilisca se prima del sisma ci siano state leggerezze, superficialità, incompetenze."

Giustino Parisse chiede conto a sè stesso, prima che agli altri e le sue parole sono una precisa assunzione di responsabilità. Nei confronti dei suoi figli, dei nostri figli.

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venerdì 26 marzo 2010

Se dovesse capitare, rinuncio alla privacy

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Mi capita spesso di chiedere notizie di qualcuno e di ricevere risposte vaghe: "Non si sa...non stava bene, non l'abbiamo più vista, sarà in ospedale, ma dove? chi lo sa...è stanco..."

Viene invocata la privacy e le domande si spengono lentamente, insieme ai sentimenti, ai desideri, ai ricordi. Insieme ai gesti più semplici che vorresti fare, una telefonata,  un biglietto, un esseemeesse, un fiore, una visita.

Se dovesse capitarmi quello che accade a tanti, per quanto vale scriverlo su un blog, io rinuncio alla privacy.

Rinuncio già sin d'ora a questo diritto inutile, per ricevere dalle persone che ho conosciuto  il gesto più semplice che vorranno fare, una telefonata, un biglietto, un esseemmeesse, un fiore e, se è possibile, una visita.



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giovedì 28 gennaio 2010

Tre parole per l'educazione: tradurre, interpretare, capire.

Quante volte accade che uno scambio di idee si trasformi in spunto di riflessione! Arrivano da un'interessante e-mail le parole che introducono un argomento di grande attualità: l'educazione.

«Per quanto riguarda me, come insegnante, non chiedo altro al mio mestiere che i "miei" ragazzi capiscano che quanto cerco di far leggere ha a che fare con la vita, è stimolo di riflessione, è qualcosa che ciascuno di noi prima o poi potrebbe pensare o provare, ma che qualcun altro ha saputo tradurre in parole, per aiutarci a interpretare il mondo e capire noi stessi».

Tradurre, interpretare, capire. Tre parole che rappresentano un cammino condiviso tra più persone - l'autore, l'interprete, il destinatario - rivelando il processo di mediazione tra il messaggio e chi lo riceve.


In un mondo che vive di comunicazione, notizie e informazione, non bisogna dimenticare che, specialmente per i giovani, tra i primi "mediatori" vi sono gli insegnanti. I giornali, la televisione, la Rete e quanto di nuovo la tecnologia propone, dovrebbero arrivare dopo la ricerca del giusto approccio alla "verità". Ciò è possibile cogliendo gli stimoli di riflessione suggeriti dagli "insegnanti-maestri" che rischiano nell'educare ad interpretare la realtà.

«Per natura, chi ama il bambino mette nel suo sacco, sulle spalle, quello che di meglio ha vissuto nella vita, quello che di meglio ha scelto nella vita. Ma, ad un certo punto, la natura dà al bambino, a chi era bambino, l'istinto di prendere il sacco e di metterselo davanti agli occhi (in greco si dice pro-bállo, da cui deriva l'italiano «problema»). Deve dunque diventare problema quello che ci hanno detto! Se non diventa problema, non diventerà mai maturo». (Don Luigi Giussani "Il rischio educativo")

(Un ringraziamento all'autrice della mail che ha consentito di pubblicare il suo pensiero come tema del post di oggi)

Vedi anche: Tre regole: equilibrio, semplicità, chiarezza.

venerdì 8 gennaio 2010

Mettersi quando piaccia il feltro di traverso, per un sì, per un no, battersi o fare un verso!

Ogni giorno perdiamo una parte della nostra libertà e, se avete notato, c'è qualcuno che ogni giorno ce lo ricorda. Da tempo pensavo di dedicare qualche parola alla libertà, ma da dove cominciare? e come non cadere nella retorica? Il tema è difficile, considerando che filosofi e scrittori hanno dedicato all'argomento interi libri; tuttavia ci voglio provare, partendo dalla domanda: *Quando siamo liberi?*

Mi sono resa conto che, se è difficile definire quando siamo liberi, è più semplice descrivere quando non lo siamo. Dunque, parto da qui.

Non siamo liberi quando gli altri limitano le nostre azioni, quando si devono rispettare le regole di convivenza, quando siamo legati a qualcuno da un sentimento, quando non possiamo fare ciò che desideriamo,  quando abbiamo paura, quando non possiamo esprimerci, quando siamo salvaguardati, quando siamo prigionieri, quando incontriamo una barriera, quando erigiamo una barriera;  quando siamo preoccupati, innamorati, controllati,  ammalati,  vigilati,   gelosi, , protetti,  ciechi, quando la nostra libertà diventa il limite della libertà di chi ci sta accanto e quando la libertà di chi ci sta accanto diventa un limite alla nostra libertà.

Mi fermo per non tediarvi e lascio a qualche volontario e coraggioso commentatore la parte difficile del post, la risposta che non ho trovato.


sabato 26 dicembre 2009

"Auguri per un 2010 migliore del 2009, che sta finendo, per fortuna!"

Il biglietto d'auguri è delizioso: la neve, un lupacchiotto bianco, una piccola sporta rossa ricolma di dolcetti.
All'interno poche righe:
"Auguri per un 2010 migliore del 2009, che sta finendo, per fortuna!"

Pur pensandolo, credo che non avrei avuto il coraggio di scriverlo.
Un anno che avremmo desiderato  migliore.

Così, anche quest'anno vi lascio qualche flash del 2009 nel breve video che ho realizzato...



...e un piccolo segreto, da condividere:

* If you wanna make the world a better place take a look at yourself and then make a change *

lunedì 25 maggio 2009

Ingiustamente

Il senso della giustizia è sicuramente l'idea che è alla base di tutti i grandi ideali cui ognuno di noi fa riferimento.
Questo sentire è presente nei rapporti con le persone, nella nostra vita privata e lavorativa, e nel nostro rapporto con la società: spesso ci capita di vivere situazioni che, prima di tutto, consideriamo ingiuste.


Ingiusta è una istituzione su cui non si può fare affidamento quando abbiamo bisogno, ingiusta è la mancanza o la perdita di lavoro, ingiusto è il parere di un professore nei confronti di nostro figlio, ingiuste sono le tasse che dobbiamo pagare, ingiusta è una malattia che colpisce una persona che amiamo, ingiuste sono le immagini della devastazione della Casa dello Studente dell'Aquila, ingiusti sono i tassi di interessi richiesti dagli istituti bancari ha chi ha perso tutto, ingiuste sono le decisioni positive prese a favore di un concorrente o di un collega, ingiuste sono le condizioni di vita di molte persone...


Qualche volta torniamo indietro nel tempo, ci rivediamo bambini, quando il coetaneo più prepotente distrugge il lavoro a cui abbiamo dedicato tanto impegno e pensiamo che si è comportato ingiustamente....

sabato 24 gennaio 2009

Se dovesse capitare, spero ci sia qualcuno di buon cuore...

Ci sono nomi di persone che sono diventati simboli, non rappresentano più solamente la persona, rappresentano qualcosa per la società.
Eluana è uno di quelli.
Se dovesse capitarmi quello che è accaduto a lei, spero ci sia qualcuno di buon cuore che non faccia la scelta crudele di lasciarmi andare via senza un sorso di acqua - adoro l'acqua, fonte di vita.
Spero ci sia qualcuno di buon cuore che faccia almeno quello che abbiamo fatto per Tilly, il mio cane fedele. Quando abbiamo visto che eravamo alla fine, l'abbiamo avvolta in una calda coperta, in braccio e piangendo, l'abbiamo accompagnata - accarezzandola e parlandole - verso la sua meta, senza soffrire e cullata dalle nostre parole di affetto. La sera prima le avevamo dato il suo cibo preferito. Non ci è neppur lontanamente passato per la mente di lasciarla morire di fame e di sete e spero ci sia qualcuno di buon cuore, se dovesse capitare...
Lo so che è un post "difficile" ma qualche coraggioso/a ci sarà, per lasciare un commento?

martedì 13 gennaio 2009

Rachida Dati, femminilità e contraddizioni delle donne, oggi

Spero vi piaccia Rachida Dati: la propongo come simbolo della femminilità, oggi: di origine maghrebina - famiglia numerosa con undici fratelli - è diventata "consigliera" del Presidente Nicolas Sarkozy e poi Ministro della Giustizia francese, a quarantadue anni è rimasta "incinta e felice" come ha dichiarato all'inizio della sua discussa gravidanza, ha "rubato la scena" all'onnipresente Carla Bruni, non ha svelato il nome del padre della sua bambina ed è tornata al lavoro - nonostante le proteste delle femministe francesi - solo dopo qualche giorno la nascita di Zohra...

forse per tutte queste cose, Rachida può simboleggiare la sintesi della femminilità e delle contraddizioni delle donne di oggi.

Qualcuno ha detto che si è omologata al modello maschile, voi cosa ne pensate?

Una donna che rappresenta la femminilità del nuovo millennio, per tante donne che sono ancora alla ricerca del modello ideale...



venerdì 12 dicembre 2008

2008, un anno difficile

Siamo abituati a ritmare la nostra vita, minuti, giorni, settimane, mesi, stagioni... quando un anno volge al termine siamo portati a fare un bilancio.
Se osserviamo quanto accaduto nei mesi trascorsi vediamo che il 2008 ha introdotto grandi cambiamenti; abbiamo acquisito la consapevolezza di vivere un un "mondo globale", dove gli avvenimenti si incrociano ad altri che avvengono in luoghi lontani, determinando sviluppi e cambiamenti cruciali.
Abbiamo anche acquisito la consapevolezza di vivere in una zona privilegiata di questo "mondo globale", dove sono disponibili acqua, cibo, energia, istruzione, cure e diritti.
Ho letto recentemente alcuni dati che possono servire a valutare i nostri bilanci: se siamo tra coloro che non vivono pericoli di battaglie, imprigionamento, torture o non sentono i morsi della fame, siamo più avanti di 500 milioni di abitanti del mondo - se abbiamo cibo, vestiti, un tetto ed un posto per dormire, siamo più ricchi del 75% di tutti gli abitanti - se possiamo avere una idea politica o professare una religione senza paura di essere minacciati, arrestati, torturati o uccisi, siamo più fortunati di altri 3 miliardi di persone - se abbiamo soldi in banca, nel nostro portafoglio e risparmi da qualche parte, facciamo parte dell'otto per cento delle persone benestanti - se possiamo leggere questo messaggio non facciamo parte dei 771 milioni di analfabeti.

...qualche flash del 2008 nel breve video che ho preparato...




(Video: "Avvenimenti 2008" by Peqhof and Essepi - Archivio Video People and Dreams)