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martedì 7 dicembre 2010

Il meglio deve ancora venire

A te, nel mio passato, nel mio presente, nel mio futuro.

Ricordo il risveglio in una fredda mattina. Autunno inoltrato, gli alberi sono ricoperti di foglie dorate e diamanti di rugiada si adagiano sui fili d’erba. Apro gli occhi e per un istante, quello che separa il sonno dalla veglia, mi soffermo a pensare a tutto ciò che ho. Quanto sono fortunata. Cosa ho fatto per meritare tutto questo? Non trovo risposta e, mentre ancora la sto cercando, uno ad uno mille pensieri si insinuano nella mia mente e mi riportano alla realtà.

Troppo spesso ho visto soffrire le persone che amo e troppo spesso mi sono chiesta perché. Non sono mai riuscita a rimanere indifferente, nemmeno per un istante, e per loro ho cercato risposte che non sono mai stata in grado di trovare. E ancora, ogni volta mi trovo incredula a non capire, a non capire il motivo. Forse non c’è o forse non riesco a credere che ci sia.

Ancora una volta, ho visto come tutto può cambiare in un istante. Certezze fuori di me non ne cerco più, so che non ci sono. Quelle che mi sono rimaste le porto tutte dentro. Ciò che sta fuori può cambiare così in fretta da non lasciarci nemmeno il tempo di respirare. Ma ciò che sta dentro, ciò che sta dentro rimane con noi fino a quando lo desideriamo e nessuno potrà mai privarcene. Sono i nostri ricordi, i sentimenti che proviamo verso le altre persone.

Sono stata e sono una persona fortunata, ma una cosa è certa, quello che ho non l’ho meritato, non l’ho potuto scegliere e, a volte, non ho potuto fare niente per cambiarlo. Questa volta, però, un po’ di quello che ho ricevuto voglio trovare un modo per restituirlo.

Certamente tu non hai meritato questi momenti difficili, quelli sono fuori e non dipendono da noi, ma, con altrettanta certezza posso dire che hai meritato l’affetto delle persone care che ti sono state vicino, l’appoggio di tutti quelli che hanno fatto qualcosa per te, il sostegno che ti è stato gratuitamente donato anche semplicemente con un gesto, una parola, un pensiero. Li hai meritati perché quelli vengono da dentro, li hai costruiti tu, giorno dopo giorno, e ora sono la tua certezza. Le cicatrici non saranno il simbolo della tua sofferenza, ma l’emblema dell’amore di chi ti è stato vicino e ha permesso che le ferite si rimarginassero.

A te, a te che sei le mie radici, la mia roccia nei momenti difficili, il mio sorriso nei momenti di gioia. A te, la mia migliore amica, la mia più intima confidente, la mia più grande complice.
A te, mamma.





Diciannove.


giovedì 10 giugno 2010

Dedica

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Ai momenti divertenti,
alla rabbia,
alla determinazione nel continuare,
alla voglia di mollare,
agli abbracci,
ai pianti,
ai sorrisi,
alle incomprensioni,
agli attimi di complicità,
ai momenti in cui ho creduto di aver sbagliato tutto
e a quelli in cui ho creduto di aver fatto la scelta migliore,
a tutto quello che in questi cinque anni ci avete insegnato,
a tutto quello che in questi cinque anni ci ha fatto crescere,

...Tutto lì dentro...

a Voi che c'eravate,
a Voi con cui sono cresciuta,
a Voi che mi avete capita,
a Voi che non avete capito proprio niente,
a Voi che mi avete insegnato tanto,
a Voi da cui ho imparato tanto,
a Voi che avete tutta la mia gratitudine,
a Voi che mi avete aiutata,
a Voi che mi avete sostenuta,
a Voi che mi avete incoraggiata,
a Voi che mi avete resa diversa,
a Voi che ve ne siete andati,
a Voi che siete passati,
a Voi che mi avete accompagnata in tutto questo percorso,

a Te che sei sempre stata disponibile,
a Te che sei arrivata quest'anno, ma mi sei entrata nel cuore,
a Te che solo ora sto capendo davvero che persona sei,
a Te, la mia migliore amica, la cosa più bella che mi sia capitata in quella scuola.

Non vi dimenticherò mai.

..."E' tutto scritto ed è qui dentro e viene tutto via con me"...
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mercoledì 26 maggio 2010

Quella scintilla di Infinito


...Tutte le più grandi cose hanno origine dall'amore e ne sono il riverbero. Amore, in grado di creare, di modificarci e, di conseguenza, di modificare il mondo che ci circonda.
...Un'altra anima è compagna della nostra, vive con noi: soffre con noi e con noi gioisce in una condivisione totale di esperienze ed emozioni.
...Dunque, questa forza immensa non si può del tutto spiegare attraverso le parole, non si può comprenderla finchè non la si sperimenti in prima persona e non la si può nemmeno osservare attraverso gli occhi; tuttavia c'è, è presente ed è viva: ne vediamo il riverbero nello sguardo di due amanti, nelle mani che si sfiorano, nelle labbra che sospirano; ne avvertiamo la presenza in un'opera, perchè è l'ispirazione dell'artista e, talvolta, ne vediamo la più compiuta realizzazione nella nascita di una nuova vita.
Che cos'è, dunque, l'amore se non quella scintilla di Infinito che fa battere il nostro cuore?



(autrice del post: "Diciannove")
Vedi altro: La forza dell'amore. Un legame inscindibile tra due anime.

venerdì 23 aprile 2010

Siamo tutti migranti


“Siamo tutti migranti. Stiamo permanentemente abbandonando una terra per trasferirci altrove” afferma Christina de Caldas Brito.
Ed è proprio così, il distacco è un’esperienza ineliminabile dalla vita umana: lungo il proprio percorso, ciascuno di noi deve scontrarsi con questa realtà e affrontarla, perché ogni cambiamento consiste nell’abbandonare una situazione nota, familiare e trovarsi in una nuova, diversa condizione.
Ogni mutamento, dal più grande al più piccolo, incide inevitabilmente sulla nostra persona, sul nostro essere. Siamo portati ad ogni passo, a confrontarci con noi stessi, ad adattarci a situazioni a volte non gradite e a trovare la forza di affrontarle ed accettarle, in alcuni casi, anche senza poterle comprendere.
Hesse sostiene: “La linea essenziale del nostro destino è fatta di queste esperienze che nessuno vede” perché avvengono all’interno, nel profondo del nostro animo e sono invisibili agli occhi della maggior parte delle persone ma si manifestano, di fatto, nella più profonda essenza. Le esperienze che viviamo ci determinano e ci modificano ed è proprio attraverso il distacco e il cambiamento che, a poco a poco, possiamo comprendere chi siamo veramente.
“Era….la prima crepa nei pilastri che avevano sorretto la mia vita infantile e che ogni uomo deve abbattere prima di diventare se stesso.” Ogni volta che quei pilastri vengono scalfiti ci sentiamo soli a dover affrontare il mondo, a dover trovare la nostra strada ed è come se una parte di noi stessi morisse assieme ad un ricordo smarrito, ad una persona cara scomparsa, ad un luogo abbandonato nell’oblio della memoria. “Assaggio la morte che ha un sapore amaro perché è nascita, angoscia e paura di un tremendo rinnovamento.”
Ed è in quei momenti che tutto ciò che prima ci pareva familiare viene percepito come qualcosa di estraneo, diverso e, per certi aspetti, ignoto. Si apre uno squarcio dentro di noi che spesso è difficile ricucire. Quando ad esempio ci allontaniamo dal nostro ambiente e partiamo per un viaggio, più o meno lungo, che modifica profondamente la nostra interiorità, la nostra visione delle cose, al momento del ritorno veniamo pervasi da una sensazione particolare, ci sentiamo estranei visitatori di quella che un tempo chiamavamo “casa”. Nulla è cambiato in quel luogo, ma tutto è cambiato dentro di noi. Non sempre è possibile ricucire quello strappo; come sostiene Christiana de Caldas Birto, però, “gli ostacoli possono trasformarsi in occasioni di crescita” perché è proprio quando ci sentiamo persi, estraniati dal mondo che ci circonda, che siamo spinti alla ricerca di noi stessi, troviamo, dentro di noi, nuove energie, una nuova forza che ci permette di ricostruire quella parte di cuore che temevamo di aver perso per sempre e, così, come nel viaggio secondo la visione di De Chirico, giungiamo “ad una probabile conquista…un nuovo arrivo e subito dopo una nuova partenza”. Non si finisce mai di ricercare la propria identità, di conoscere se stessi: c’è sempre qualcosa da scoprire nel profondo del nostro animo. Ed ecco che De Chirico ci ripropone il mito di Odisseo, che “ricerca se stesso attraverso la peregrinazione e la perdita di tutto, tranne che della memorie.”
Poiché è grazie al ricordo che ogni esperienza vissuta può essere sottratta all’oblio e valorizzata. I luoghi in cui ci siamo recati, le sensazioni e le emozioni vissute, i gesti e gli sguardi delle persone a noi più care che abbiamo perduto e appartengono al nostro passato, continuano a vivere nella nostra memoria ogni volta che vengono ricordati.

Nulla è perduto, ogni istante vissuto ci ha modificati e, per questo motivo, vive con noi, in noi, in ogni nostro gesto e in ogni nostra parola, ci accompagna in ogni viaggio, quando, pur sentendoci soli e persi, non possiamo rinunciare a quell’istinto di partire, di conoscere nuovi luoghi e nuove persone. Ed è così che, forse, siamo un po’ meno soli.


(autrice del post: "Diciannove")
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