Quante volte accade che uno scambio di idee si trasformi in spunto di riflessione! Arrivano da un'interessante e-mail le parole che introducono un argomento di grande attualità: l'educazione.
«Per quanto riguarda me, come insegnante, non chiedo altro al mio mestiere che i "miei" ragazzi capiscano che quanto cerco di far leggere ha a che fare con la vita, è stimolo di riflessione, è qualcosa che ciascuno di noi prima o poi potrebbe pensare o provare, ma che qualcun altro ha saputo tradurre in parole, per aiutarci a interpretare il mondo e capire noi stessi».
Tradurre, interpretare, capire. Tre parole che rappresentano un cammino condiviso tra più persone - l'autore, l'interprete, il destinatario - rivelando il processo di mediazione tra il messaggio e chi lo riceve.
In un mondo che vive di comunicazione, notizie e informazione, non bisogna dimenticare che, specialmente per i giovani, tra i primi "mediatori" vi sono gli insegnanti. I giornali, la televisione, la Rete e quanto di nuovo la tecnologia propone, dovrebbero arrivare dopo la ricerca del giusto approccio alla "verità". Ciò è possibile cogliendo gli stimoli di riflessione suggeriti dagli "insegnanti-maestri" che rischiano nell'educare ad interpretare la realtà.
«Per natura, chi ama il bambino mette nel suo sacco, sulle spalle, quello che di meglio ha vissuto nella vita, quello che di meglio ha scelto nella vita. Ma, ad un certo punto, la natura dà al bambino, a chi era bambino, l'istinto di prendere il sacco e di metterselo davanti agli occhi (in greco si dice pro-bállo, da cui deriva l'italiano «problema»). Deve dunque diventare problema quello che ci hanno detto! Se non diventa problema, non diventerà mai maturo». (Don Luigi Giussani "Il rischio educativo")
(Un ringraziamento all'autrice della mail che ha consentito di pubblicare il suo pensiero come tema del post di oggi)
Vedi anche: Tre regole: equilibrio, semplicità, chiarezza.