mercoledì 27 agosto 2008

Burn after reading


Sul sito http://www.burnafterreading.com/ si può vedere la presentazione del nuovo film dei fratelli Coen. Una locandina rossa, sangue che non manca mai, una esplosione di colori e creatività che contraddistingue i loro lavori, che combina vita e morte in un cocktail dolce-amaro.


Ma è sul titolo che volevo ragionare: Bruciare dopo la lettura.

Un titolo stravagante, come i fratelli registi : magari potessimo eliminare con il fuoco una informazione dopo esserne venuti a conoscenza o dopo averla data a qualcuno, magari potessimo bruciare - nel senso cancellare - l'atto precedente o successivo la decisione di fare qualcosa.
Lasciamo i "segni" delle nostre azioni ovunque, al telefono, al bancomat, per strada, al computer, nella posta elettronica, dal medico, inbarbaallaprivacy.

Accontentiamoci di vedere cosa suggeriscono Ethan e Joel Coen, immaginando già che si tratta dell'eliminazione totale di ciò che contribuisce a realizzare qualcosa: oggetti, persone, immagini, video, testi, ecc. ecc.

martedì 26 agosto 2008

C'è allegria. E' sempre così, quando si sta vicino alla morte. E' la rivincita della vita.


Estate 2004, in Iraq gli Americani combattevano da tempo ed Enzo Baldoni era partito dall'Italia, destinazione Baghdad.
Puntualmente, teneva aggiornato il suo blog, il primo che ho letto.

Sono passati quattro anni, ogni 26 agosto uno fra i suoi molti amici
scrive su Bloghdad un ricordo di zonker.

Altri lo ricordano, guardate qui http://scaccia.splinder.com/tag/dediche.

Oggi anch'io lo ricordo, con affetto, simpatia e anche un poco di allegria, come consigliava lui nei suoi post .

(Immagine: dal blog di Enzo Baldoni del 24/8/2004 14:28, ora di Baghdad http://bloghdad.splinder.com/1093609696#2795167)

lunedì 25 agosto 2008

Vacanze, parola tabù per i blog

"Questo blog va in ferie", ecco un post che non può apparire su un blog.
Altrimenti sei squalificato.

Per i più fortunati - quelli che non li legge nessuno - i commenti non ci sono.
Gli altri, convinti che andare in ferie sia un diritto , vengono sommersi da parole feroci. Riporto qui, i più educati:
"...proprio adesso che il blogmaster si mette in ferie…facciamo autogestione...?

un pò meno educati:
"....calma gente, quella fogna sta per chiudere definitivamente per raggiunti limiti di età e i deliri senili....."

moderatori delle risse che i più birichini fanno nascere sul blog temporaneamente deserto:
"...cerchiamo di non far trovare troppo casino al blogmaster quando torna....."

Qualcuno sì troverà fino a 235 commenti e al termine della lettura gli serviranno altre due settimane di ferie per riprendersi.

(Immagine: "Ombrellonisolitari"
Archivio immagini digitali People and Dreams)

mercoledì 20 agosto 2008

Emily e Forrest Gump


Image Metrics sceglie Emily O'Brien http://www.emilyobrien.net/ per mostrare al mondo - digitale e non - quello che sa fare: la "creazione" di un personaggio digitale.

La famosa attrice si ritrova da adulta a convivere con una sorella gemella, Emily.
Lo stesso nome, ma che suona già diverso: Emily.

Quando vedremo la sua immagine verrà spontaneo domandarsi "qualedelledue?", "veroofalso?"
Servirà comunque a porsi dei dubbi su quello che vediamo.

Nel 1994 - dopo aver visto Tom Hanks "incontrare" Kennedy nel film Forrest Gump - ho iniziato a dubitare della realisticità dei filmati che vedevo. (N.B. compresi quelli dei telegiornali).
Ancora oggi Forrest Gump mi rammenta che il dubbio non è piacevole ma la certezza è ridicola.

(Immagine dal sito ufficiale di Emily O'Brien http://www.emilyobrien.net/projects/image_metrics.php)

L'importante è partecipare


L'importante è partecipare, non vincere.

Non tutti la pensano così:

Liu Xiang non ha iniziato la gara, sicuro di non poter vincere "Se avessi finito la gara mi sarei giocato per sempre il tendine".

Ara Abrahamian ha lasciato il podio perchè gli era stata assegnata la medaglia di bronzo. "Non mi interessa questa medaglia. Volevo l'oro", ha detto il lottatore, "quindi considero queste Olimpiadi un fallimento".

Qual è il bilancio di Liu Xiang?

(leggi anche http://lanostracina.corriere.it/2008/08/la_soapopera.html)

lunedì 18 agosto 2008

Come belve feroci, ovvero Il Blog olimpionico della Rai


Alla ricerca di qualche blog sulle Olimpiadi di Pechino, mi sono imbattuta in quello della Rai.

Con grande meraviglia leggo la risposta ai visitatori del blog del 14 agosto:
"By g.deluise Agosto 14, 2008
Salve a tutti.
Mi ero ripromesso mi mantenere con i visitatori del blog una comunicazione quotidiana, ma vi garantisco che il solo leggere la maggior parte dei vostri messaggi mi ha tolto ogni tipo entusiasmo nei confronti di questo spazio. Avrei gradito molto prendermi qualche minuto di pausa nelle tante ore di lavoro per discutere con voi di imprese atletiche, scambiare opinioni sul servizio web, prendere nota di qualche suggerimento… Invece, dopo una sola ora di Olimpiade (e ripeto UNA SOLA ORA), vi siete avventati su di noi come belve feroci. Mi avete lasciato senza parole, ho trovato solo la forza di rispondere in privato ai messaggi più “umani” e di cancellare i post “indecenti” (a proposito è inutile cambiare nick e mail…). Ho capito che rispondere alle invettive serve solo a scatenare ancor di più la furia di alcuni.
Quindi vi saluto e mi astengo definitivamente da qualsiasi ulteriore post. So bene che anche questo sarà per alcuni ulteriore motivo di polemica, ma in tutta franchezza ho impegni più seri e importanti ad assolvere.
Buona Olimpiade.
Giampiero
Topics: Beijing 2008 "

Forse la Rai avrebbe potuto scegliere un gestore più sportivo del blog, visto che è quello dei Giochi Olimpici

(Immagine: "Belvaferoce"
Archivio immagini digitali People and Dreams)

L'importante è partecipare, non vincere


Non tutti la pensano così:
a Pechino il lottatore Ara Abrahamian lascia il podio perche gli viene assegnata la medaglia di bronzo.

"Non mi interessa questa medaglia. Volevo l'oro", ha detto Ara Abrahamian, il lottatore di 33 anni, , che ha anche annunciato di voler lasciare lo sport: "Questa è la mia ultima gara. Volevo conquistare l'oro, quindi considero queste Olimpiadi un fallimento".

Evviva la sincerità!

venerdì 15 agosto 2008

Non conoscono la radice del male




In questi giorni viene dato grande risalto e pubblicità al ritrovamento del discorso tenuto da Gandhi alla conferenza delle relazioni interasiatiche. Tenuto nel 1947.

Sul blog http://attivissimo.blogspot.com/2008/08/telecom-e-gandhi-il-testo-del-discorso.html scopriamo che........"E' qui da almeno quattro anni. E l'audio di cui parla lo spot come se fosse una cosa straordinaria? E' già qui, su Gandhiserve.org: basta cercare "Speech at Inter-Asian Relations Conference, 1947" e cliccare su "19'07" per ascoltarlo."

Personalmente - parecchi anni fa - ho letto un libro di Gandhi (una bellissima edizione di "Edizioni di Comunità") dal titolo "Antiche come le montagne" e riporto di seguito un brano a cui spesso faccio riferimento, quandopensoeragiono:

"Distruggerei questo sistema oggi stesso, se ne avessi il potere. Userei le armi più mortali se pensassi che possono distruggerlo. Me ne astengo soltanto perchè l'impiego di tali armi non farebbero che perpetuare il sistema, anche se può distruggere gli esecutori attuali. Coloro che cercano di distruggere gli uomini piuttosto che i metodi, adottano questi metodi e diventano peggiori di quelli di cui vogliono disfarsi, a torto convinti che i metodi moriranno insieme agli uomini, Non conoscono la radice del male."

giovedì 14 agosto 2008

L'allarme del giurista:il bavaglio su internet aspetta solo un grande pretesto


Ho trovato un interessante articolo (che riporto di seguito) che contiene alcune dichiarazioni e previsioni circa Internet del Prof..Lessing.
Speriamo non si avverino.

(Articolo originale:Law Professor: Counter Terrorism Czar Told Me There Is Going To Be An i-9/11 And An i-Patriot Act di Steve Watson
Infowars.net 5 agosto 2008

(Immagine: Lawrence Lessing)

Traduzione di Pino Cabras http://pino-cabras.blogspot.com/

Sono emerse delle rivelazioni stupefacenti in relazione ad alcuni attuali piani governativi che intendono mettere mano al funzionamento di internet per applicare restrizioni e controlli molto più estesi sul web. Il professor Lawrence Lessig, un autorevole giurista della Stanford University, nel rivolgersi al pubblico che quest’anno presenziava alla conferenza Brainstorm Tech - organizzata da Fortune a Half Moon Bay, in California – ha dichiarato che «sta per accadere una specie di ‘11 settembre di internet’», un evento che catalizzerà una radicale modifica delle norme che regolano la Rete.Lessig ha anche rivelato di aver appreso nel corso di un pranzo con l’ex “Zar” governativo del controterrorismo, Richard Clarke, che c’è già un 'cyber-equivalente' del Patriot Act, una sorta di ‘Patriot Act per la Rete’, mentre il Dipartimento della Giustizia è in attesa di un evento cyber-terroristico per poterne applicare le norme.Durante una sessione di un gruppo di discussione, intitolata “2018: Vita sulla Rete”, Lessig ha dichiarato:
«Sta per accadere una specie di ‘11 settembre di internet’ (“an i-9/11 event” nell’originale, NdT). Il che non significa necessariamente un attacco di al-Qā‘ida, bensì un evento in cui l’instabilità o l’insicurezza di internet diventi manifesta durante un fatto doloso che poi ispira al governo una reazione. Dovete ricordarvi che dopo l’11 settembre il governo ha predisposto il Patriot Act in appena 20 giorni e lo ha fatto approvare».
«Il Patriot Act è bel mattone e ricordo qualcuno che chiedeva a un funzionario del Dipartimento della Giustizia come avessero fatto a scrivere un cosi vasto corpus giuridico in così poco tempo, e ovviamente la risposta fu che esso se ne era stato buono buono dentro i cassetti ministeriali per tutti gli ultimi 20 anni, in attesa di un evento che lo avrebbe fatto tirar fuori di lì.»«Naturalmente il Patriot Act è pieno di ogni sorta di follia su come i diritti civili vengono protetti, o non protetti in questo caso. Perciò mentre pranzavo assieme a Richard Clarke gli ho chiesto se ci fosse un equivalente, se c’era per caso un ‘Patriot Act per la Rete’ dentro qualche cassetto, in attesa di un qualunque considerevole evento da usare come pretesto per cambiare radicalmente il modo in cui funziona internet. Disse: “Naturalmente sì”».Lessig è il fondatore del Center for Internet and Society alla Stanford Law School. È membro fondatore di Creative Commons, fa parte del consiglio di amministrazione della Electronic Frontier Foundation nonché del Software Freedom Law Center.È ancora più noto quale proponente di riduzioni nelle restrizioni legali nei confronti dei diritti d’autore, dei marchi e dello spettro delle frequenze radio, specie nelle applicazioni tecnologiche.Questi non sono dunque i vaneggiamenti di un qualche smanettone paranoico.Il Patriot Act, così come il meno conosciuto provvedimento denominato Domestic Security Enhancement Act 2003 (altrimenti noto come Patriot Act II), sono stati universalmente condannati dai difensori dei diritti civili e dai costituzionalisti collocati lungo tutto l’arco delle posizioni politiche. Queste leggi hanno sguarnito i diritti fondamentali e modellato quel che perfino i critici più moderati hanno definito come un “controllo dittatoriale” ceduto al presidente e al governo federale.Molti credono che la legge fosse una risposta agli attentati dell’11/9, ma la realtà è che il Patriot Act è stato preparato ben prima dell’11/9 e se ne stava in sospeso, pronto per un evento che ne giustificasse l’applicazione.Nei giorni successivi agli attentati, la legge fu approvata dalla Camera dei Rappresentanti con una maggioranza di 357 a 66. Al Senato fu approvata con 98 voti a favore e un solo voto contrario. Il parlamentare repubblicano texano Ron Paul dichiarò al «Washington Times» che a nessun membro del Congresso fu nemmeno consentito di leggere il provvedimento.Ora scopriamo che quasi la stessa normativa restrittiva per le libertà è stata già preparata per il cyberspazio.Un “11 settembre di internet”, così come descritto da Lawrence Lessig, offrirebbe il pretesto perfetto per applicare simili restrizioni in un solo colpo, nonché di offrire la giustificazione per emarginare ed eliminare specifici contenuti e informazioni presenti nel web.Un tale evento potrebbe presentarsi nella forma di un grande attacco virale, un hacking dei sistemi di sicurezza o dei trasporti ovvero di altri sistemi vitali di una metropoli, o una combinazione di tutte queste cose. Considerando la quantità di domande senza risposta riguardanti l’11/9 e tutti gli indizi sul fatto che fosse un’operazione deviata sotto copertura, non è difficile immaginare un evento simile dispiegarsi nel cyberspazio.Tuttavia, anche lasciando perdere qualsiasi “11 settembre di internet” o “Patriot Act per la Rete”, c’è già uno sforzo coordinato mirante a circoscrivere il raggio d’azione e l’influenza di internet.Abbiamo instancabilmente lanciato l’allarme su questo movimento generale teso a restringere, censurare, controllare a alla fine bloccare del tutto internet così come oggi la conosciamo, uccidendo in quel modo le ultime vere vestigia della libertà di parola oggi nel mondo ed eliminando il più grande strumento di comunicazione e informazione mai concepito.I nostri governi hanno pagine e pagine di norme compilate per mettere le ganasce all’attuale Rete. provvedimenti quali il PRO-IP Act del 2007 /H.R. 4279, inteso a creare uno ‘zar degli IP’ presso il Dipartimento della Giustizia, oppure l’Intellectual Property Enforcement Act of 2007/S. 522, mirante a creare un intera “rete di rafforzamento della proprietà intellettuale”. Non sono che due esempi.Inoltre, abbiamo già visto in che modo i più grandi siti web privati e i social network si stiano concentrando e convergano per realizzare sistemi onnicomprensivi di identificazione, verifica e accesso che sono stati descritti dal fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, come «l’inizio di un movimento e l’inizio di un’industria.»Alcune di queste grandi società tecnologiche hanno già unito gli sforzi su progetti quali la Information Card Foundation, che ha proposto la creazione di un sistema di carte d’identità per internet che saranno richieste per entrare in Rete. Naturalmente un tale sistema darebbe a chi lo gestisse la capacità di rintracciare e controllare l’attività degli utenti con molta più efficacia. Questo è solo un esempio.Non basta. Come abbiamo già raccontato, i più grandi hub dei trasporti, come St. Pancras International, o anche le biblioteche, le grandi imprese, gli ospedali e altre grandi strutture aperte al pubblico che offrono internet wi-fi, stanno mettendo in lista nera i siti web di informazione alternativa rendendoli del tutto inaccessibili ai loro utenti.Questi precedenti sono semplicemente il primo indicatore di quanto viene pianificato per internet nei prossimi 5-10 anni, con il web ‘tradizionale’ in via di divenire poco più che una vasta banca dati spionistica che cataloga ogni attività delle persone e le bombarda di pubblicità, mentre coloro che si conformano al controllo e alle regole centralizzate saranno liberi di godere del nuovo e velocissimo Internet 2. Dobbiamo parlar chiaro riguardo a questa spinta irruente che mira ad applicare meccanismi di stretto controllo sul web, e farlo ADESSO prima che sia troppo tardi, prima che la spina dorsale di un internet libero si rompa e il suo corpo diventi in sostanza paralizzato senza rimedio.

mercoledì 13 agosto 2008

I giovani possono reinventare il futuro - Tiziano Terzani

Ascoltare e leggere Terzani è un pò una lezione di vita.


"..dobbiamo cominciare a pensare in maniera nuova, ad avere reazioni nuove a certe azioni. I giovani vogliono avere speranza, i giovani sono nati per sperare, ai giovani il nuovo non fa paura e i giovani possono reinventare il futuro. Gliel’abbiamo tolto di mano. Ai giovani avevamo promesso un futuro di New Age, la nuova era, l'era dell'acquario, il benessere, la felicità, la fratellanza. E guarda cosa gli abbiamo messo davanti: le torri… perché così è l’uomo: Bush, i musulmani, i non musulmani, alla fine siamo tutti umanità, per cui le torri, l’orrore criminale delle torri siamo noi e l’orrore criminale delle bombe siamo noi. Ai giovani non possiamo togliere la speranza, dobbiamo dire qualcosa di nuovo, dobbiamo dire che forse questa è la buona occasione, perché l’abbiamo visto tutti quanto è orribile. Non è come la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki di cui leggemmo, di cui vedemmo una fotografia, di cui ci è stato raccontato a scuola. Questo tutto il mondo l’ha visto non una volta ma dieci, cento volte dinanzi. Ed era facile immaginarci che a quella orribile violenza noi, dico noi tutti, gli americani, l’Occidente, avremmo reagito con una uguale e forse superiore violenza e che gli altri, prima o poi, risponderanno con una superiore violenza e noi andremo ancora con la violenza . E alla fine? Rimarrà qualcuno ancora ad usare la violenza? Non è questa una buona occasione per fermarci riflettere e prendere un’altra via, quella della non violenza, reinventando i modi della non violenza?
(intervista a Tiziano Terzani di Luciano Minerva, Firenze, 2002)

(Immagine: "Futuro"
Archivio immagini digitali People and Dreams)