domenica 5 luglio 2009

Le azioni che non facciamo

Se è vero che le nostre scelte hanno influenza sul mondo vicino e lontano che ci circonda, è altrettanto vero che uguale influenza esercitano le cose che non facciamo.

«Una promessa ai poveri è sacra. »

Le semplici parole dell'Arcivescovo e Premio Nobel Desmond Tutu provocano un'eco che arriverà a L'Aquila nei prossimi giorni ed avrà riflessi sul G8. Qualche anno fa sono stati stanziati fondi a favore del continente africano e non tutte le nazioni europee, tra cui l'Italia, hanno mantenuto gli impegni presi.

Certo, è arrivata la crisi, ma non è argomento che attiene le promesse fatte e quelle non mantenute. Tutu dichiara: "È un atto di grazia e grande leadership quando vengono fatti tutti gli sforzi per rispettare quei patti, per questo quei paesi del G8 che guidano gli sforzi per i poveri meritano il plauso."

Chi sa se riusciremo a comprendere che dobbiamo allargare gli orizzonti del nostro cuore e della nostra mente al resto del mondo; se riusciremo a capire che non è più possibile abitare nella zona privilegiata di questo "mondo globale" - dove sono disponibili acqua, cibo, energia, istruzione, cure e diritti - e, nel contempo, ignorare l'altra metà che ne è quasi priva.
Se riuisciremo a comprendere che dobbiamo pretendere di più, anche da noi stessi, per salvare la dignita di questi uomini, ma anche la nostra.
Chi lo sa?
Da....sono 34 milioni i bambini africani tornati a scuola dopo la cancellazione del debito 2005.....
A.....il cavo da terabite per la connessione Internet tra Europa e Africa sarà inaugurato entro la fine del mese)

6 commenti:

  1. Abbiamo già discusso in un post precedente la nostra situazione di relativa fortuna rispetto ai paesi più poveri,vedi post sullo Zimbabwe,
    si vadi a rileggerlo la gente muore di fame

    http://www.unicef.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/464

    e il presidente fà la festa con le aragoste

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/03/01/per-mugabe-aragoste-champagne-festa-shock-nello.html

    E come lo Zimbabwe tanti altri stati ci hanno preso per mucche da mungere....
    Noi non possiamo permetterci più di un figlio al massimo due "e sono già troppi"
    e non venite a dirmi che siamo abituati troppo bene, ho sempre lavorato solo io la moglie casalinga , con uno stipendio sapete la fatica a tirare fine mese.

    Persino gli animali in tempo di carestie non fanno cuccioli, mi dispiace di essere cosi acido
    ma un proverbio dice aiutati che il ciel ti aiuta.

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  2. Finisco il mio commmento,
    é da quando sono nato che sento parlare di aiuti all' Africa e sono più di 50 anni, la situazione mi sembra come una persona che ha un'emorragia invece di curarla si contina a farle le trasfusioni.

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  3. @Maurizio
    da tanti anni - è vero - si parla di aiuti ai paesi africani.
    Molte cose sono cambiate, per loro e per noi. Immagino che la crisi che ci ha investito possa contribuire a comprendere che non serve dare aiuti "a vuoto" o, peggio, dare aiuti che finiscono da qualche altra parte.

    Conosci il mio pensiero, a cui volevo aggiungere che è importante prendere atto che il processo di globalizzazione non ci consente di convivere a lungo con grandi differenze, soprattutto se queste differenze sono i bisogni primari. Altrimenti non comprendiamo nemmeno le cause della crisi: sono le differenze causate dall'appropriarsi di beni comuni, da parte di una minoranza, ignorando gli effetti sulla maggioranza.
    "People first" non "money first"

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  4. Ho fatto una ricerca ecco cosa ho trovato Grazia;


    Avorio, oro, gomma, diamanti, petrolio, legno pregiato, uranio, coltan: oggi come secoli fa queste preziose risorse sono la maledizione dell'Africa.
    Attirano le grandi multinazionali che spogliano il sottosuolo devastando l'ambiente, alimentano la corruzione delle classi dirigenti e dei politici, che mantengono il potere svendendo il territorio, scatenano guerre senza fine fra gruppi etnici.
    Le conseguenze sono note: la povertà estrema della popolazione, la piaga dell'Aids, le centinaia di migliaia di orfani, l'arretratezza culturale e tecnologica. Una miseria anche più vasta che ai tempi del colonialismo.

    in Sudan, nelle miniere d'oro a cielo aperto, dove intere famiglie scavano freneticamente a mani nude o con attrezzi rudimentali per strappare alla terra qualche pepita.

    In Congo, all'interno della foresta pluviale, dove abitano i Pigmei, un popolo che rischia l'estinzione
    perché la regione è stata presa d'assalto dalle multinazionali, con i loro eserciti privati.
    si combatte per il controllo delle sue immense ricchezze: rame, oro, diamanti, e coltan cioè la colombotantalite che permette alle batterie dei nostri telefonini di
    durare du più.
    il Congo è stato il principale fornitore di uranio degli americani,

    in Sierra Leone e Costa d’Avorio.

    I due Paesi africani hanno conosciuto anni di guerra civile per lo sfruttamento delle risorse: diamanti, oro e cacao.

    Migliaia di bambini sono stati assoldati, tra l’altro, per cercare diamanti e combattere; bambini a cui la guerra ha tolto tutto: amputato braccia o gambe, accecato la vista e ucciso i genitori.
    I diamanti grezzi illegali sono stati usati dai ribelli per finanziare conflitti anche in Angola, Liberia, Costa d'Avorio, nella Repubblica Democratica del Congo e nella Repubblica del Congo (nota anche come Congo Brazzaville).

    Per concludere perche altrimenti non finirei più l'Africa assicura la metà in volume della produzione mondiale di diamanti: i maggiori produttori sono la Repubblica democratica del Congo, il Botswana e il Sudafrica. Secondo l'Ufficio americano delle miniere, il 90% delle riserve di metalli appartenenti alla famiglia del platino (platino, palladio, rodio, rutenio, iridio e osmio) si trovano in Sudafrica. Anche lo Zimbabwe provvede ad assicurare una larga fetta della produzione; in altri paesi, come il Burundi, l'Etiopia, la Sierra Leone o il Kenya, ci sono o si suppone ci siano vasti giacimenti.

    E il cantante e attivista irlandese Bob Geldof viene da noi ad accusarci di non aver mantenuto al parola data
    dopo la crisi e il terremoto in Abruzzo che è capitata tra capo e collo........
    ma mi faccia il piacereeeeee direbbe Totò.

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  5. Sembra che Obama abbia letto i nostri commenti
    Oggi sui giornali le sue dichiarazioni:

    Obama: "Africa rimboccati le maniche e potrai farcela"

    Se i Paesi ricchi hanno la responsabilità di donare aiuti, quelli poveri devono gestirli in base a regole chiare.

    Insomma, «non c'è alcuna ragione per cui l'Africa non sia autosufficiente nell'alimentazione» e tocca dunque agli africani rimboccarsi le maniche.

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  6. Per anni gli aiuti umanitari si sono dispersi in rivoli, qualche volta sprecati dalle organizzazioni incaricate di distribuirli.
    Ora c'è una presa di coscienza che i paesi - prima "sottosviluppati", poi "in via di sviluppo" ed ora "emergenti" - a cui erano diretti gli aiuti umanitari, possono rivelarsi un investimento per il futuro per le economie del benessere.
    C'è speranza che quello che non si è riusciti a fare con scopi umanitari si possa ora realizzare.
    La spinta che viene adesso impressa dai paesi occidentali va - forse per la prima volta - nella giusta direzione, anche se dettata più dalla convenienza per il futuro delle nostre economie, che da uno spirito umanitario.

    "Il futuro è nelle vostre mani", le parole di Barack Obama sono un invito ai destinatari di questi aiuti ad utilizzare al meglio e a renderli fruttiferi.

    E' un cammino lungo e complesso: sono molti i mali da combattere da parte di chi dà i contributi - avidità, egoismi nazionali, corruzione, interessi di grandi compagnie internazionali; sono molti anche i mali da combattere da parte di chi li riceve - ignoranza, incapacità di reazione, corruzione, conflitti etnici.

    Mi sembra che una luce si intraveda in fondo a questa nuova via intrapresa, da entrambe le parti, ma occorre vigilare.

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