Quanti sono i muri che devono ancora cadere?
I muri tra le culture, tra le persone, tra i popoli ricchi e i popoli poveri, i muri del silenzio e dell'omertà, i muri che nascondono la verità e i muri di gomma, contro i quali si scontrano coloro che la cercano, la verità.
I muri eretti dalla diffidenza, dall'egoismo e dal sospetto.
I muri creati dalle parole sfuggite e quelli costruiti dai sentimenti non espressi.
Così ricordo la strofa finale di "Meriggiare pallido e assorto" di Eugenio Montale:
"Nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia"
Mi sembra il messaggio finale della conferenza delle chiese europee ,che ha lanciato alle chiese e ai cristiani di tutta Europa.
RispondiEliminaSolo l'ignoranza delle persone che non vuole cambiare "o ha paura dei cambiamenti" fa si che si creino dei muri.
La paura del cambiamento si può manifestare attraverso ansia, tensioni, disagi
perché si è legati a vecchi modelli comportamentali si ha paura della tecnologia si ha paura di quello che non si conosce
"La libertà ha molte difficoltà e la democrazia non è perfetta. Ma non abbiamo mai costruito un muro per tenere dentro i nostri, per impedir loro di lasciarci.
John F. Kennedy, Berlino 26 giugno 1963"
Ciao Maurizio,
RispondiEliminal'immagine in bianco e nero che ho scelto per il post è scattata a Belfast dove - come nel resto dell'Irlanda - sono stati eretti moltissimi muri: si chiamano "Peace line" e dovrebbero servire a mantenere divisione (e pace) tra cattolici e protestanti.
"Pace" perchè impediscono di vedere dall'altra parte quello che si considera un nemico? o perchè impediscono ai proiettili o alle armi di colpire?
Muri, steccati, muraglie ed in generale le barriere, non sono da considerare simboli di pace. Forse di tregua, qualche volta.
ciao
Perchè è più facile erigere una barriera che cercare di conoscere il prossimo.
RispondiEliminaChiudere gli occhi per non vedere è più facile che cercare di capire il prossimo.
Tapparsi le orecchie è più facile che cercare di ascoltare il prossimo.
Sono questi dei meccanismi di "protezione" tipicamente umani che alla fine però rischiano di bloccare ogni possibilità di intervento sulla realtà.