lunedì 22 febbraio 2010

Il Piccolo Principe nel Ventunesimo secolo


Quando la volpe incontra il Piccolo Principe e gli domanda cosa stia cercando, egli  risponde:

"Cerco degli amici".

Perciò l'animale gli spiega:
"Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici."

Chissà se Antoine de Saint-Exupéry le avrebbe  fatto dire questa frase, se avesse scritto il libro ai tempi nostri. Oggi esistono i mercanti di amici e, con il diffondersi dei Social Network, tutte le persone hanno amici.
Se qualcuno non ne ha, c'è chi provvede. "Chi porta un amico, trova uno sconto" sostiene la campagna pubblicitaria di una società telefonica. Qualcuno ipotizza un numero ideale di amici  perchè, in barba a chi sostiene di averne migliaia,  sembra sia difficile gestirne più di un certo numero.

E l'amicizia? quella vera, cos'è ora? esiste ancora?

12 commenti:

  1. a pheqof
    ci sono diversi tipi di amicizia: amicizia tra conoscenti (uso improprio del termine); solidarietà collettiva (legami collettivi); relazioni di ruolo e professionali (amicizia secondo utile); simpatia e amichevolezza (stati emotivi, superficiali)etc...
    Alle tre domande rispondo con le parole(in parte)scritte da Luigi Giussani. "Dell'amicizia si deve affermare quel che è da dire di ogni valore autentico:non può essere detta se non là dove è vissuta. La stessa scelta di discorrere sopra di essa indica una vigilanza - e, prima, una esigenza ed una sensibilità - che rende orizzonte concreto la parola che altrimenti resterebbe concetto astratto per episodica esecitazione o sguardo furtivo per rozzo disagio - nostalgia e rimorso - o reliquia insignificante per la conversione alla vita. L'elogio dell'amicizia è virtù di chi lo esprime...Unità, capacità di ascolto e volontà di dedizione..."
    Pur nella sua precarietà la vera amicizia c'è sempre stata, c'è, e ci sarà sempre. E' la stessa di ieri, di oggi, di domani.
    Io la vivo in tutte le sue caleidoscopiche sfumature. Evviva l'amicizia!
    Ciao Grazia
    enrica

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  2. Può esistere anche se è molto difficile,

    Amicizia, significa per mè rinunciare a qualcosa
    "tempo, denaro,amore e chi più ne ha più ne metta" per l'amico, dice bene Enrica molto amicizie sono superficiali o secondo l'utilità "quest'ultima la più comune".

    Una parentesi l'amicia tra uomo e donna,
    "sempre secondo mè"
    può esistere solo se non c'è attrazione

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  3. @Signora "G"
    credo che l'amicizia sia un rapporto difficile da instaurare, riconoscere e conservare. Difficile da instaurare perchè necessita di tempo, da riconoscere per i motivi da te scritti e infine difficile da conservare, perchè va coltivata come altre relazioni importanti, un esempio su tutti l'amore. Se dovessi definire questo sentimento sceglierei la parola condivisione.

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  4. @Maurizio
    sì, l'amicizia tra uomo e donna è un sentimento raro, ma quando c'è può diventare un rapporto molto bello.

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  5. Per me le amicizie più vere e profonde sono quelle che iniziano in gioventù, nel periodo in cui si condividono le esperienze che ci formeranno per la vita. Dopo è difficile raggiungere con le persone lo stesso grado d'intimità, se non raramente.
    Poi ci sono vari rapporti che chiamiamo "amicizie", ma che si fermano a livelli più superficiali, più che altro sono rapporti di familiarità con persone che abbiamo occasione di incontrare spesso.
    E poi, naturalmente, oggi ci sono anche i mille "amici" virtuali...difficili da classificare secondo gli schemi abituali: si passa dallo scambio di chiacchiere superficiali al raccontarsi cose che non diremmo a nessuna delle persone che conosciamo in carne e ossa. A volte un amico "virtuale" può diventare più prezioso di uno "reale".

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  6. Ve la ricordate la canzone Per un amico in più di Cocciante?
    qui il link del testo se non la ricordate bene
    http://www.canzoni-mp3.net/testo_per_un_amico_in_piu.htm

    Secondo mè racchiude nel testo il significato di una vera amicizia .

    Mi sono meravigliato nel leggere in un forum una ragazza di 32 anni che cercava online amici veri zona Milano Como.

    Non capisco e spero me lo spieghi Annamaria come volte un amico "virtuale" può diventare più prezioso di uno "reale".
    Perchè un amico virtuale diventa una specie di psicologo dove rivelare i nostri più segreti profondi?
    o perchè nel non vedersi in faccia è più facile quando si abbia un controversia con l'interlocutore chiudere la chat ed eliminarlo dai contatti?

    Cosa che a faccia a faccia sarebbe abbastanza problematico.

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  7. @Annamaria
    le prime amicizie sono quelle che anche io ricordo come esperienze autentiche, forse perchè essere giovani spesso corrisponde ad essere meno prevenuti e più aperti nel confronto con gli altri.

    Aggiungo una parola sulle amicizie virtuali, perchè ho notato che qualche volta sono una estensione di un rapporto reale. Vita virtuale e reale vanno di pari passo, non trovo grandi differenze tra i due piani: è difficile avere un amico reale così come lo è averne uno virtuale. Ma non impossibile.
    ciao Annamaria

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  8. @Maurizio
    apprezzo sempre le tue domande un poco polemiche, perchè introducono un nuovo punto di vista.
    Se posso dare la mia risposta, anche nel passato sono esistite relazioni tra persone che si conoscevano poco o che, per varie ragioni della vita, vivevano lontane. Non c'era Internet ma questi rapporti venivano mantenuti in vita con lo scambio di lettere scritte a mano; erano rapporti qualche volta più profondi di quelli che chiameremmo reali.

    Mi è piaciuta la tua definizione di "specie di psicologo", in fondo può capitare di sentire la necessità di condividere con uno sconosciuto problemi e sentimenti, ma ciò è sempre avvenuto, prima delle chat e prima di internet.

    Proprio come hai detto, non vedersi in viso può rendere più facile confidare qualcosa; persino sapere di non dover rivedere in seguito quella persona, quell'amico può spingere a condividere qualcosa che in una situazione normale non avremmo condiviso.

    ciao!

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  9. @Grazia

    Ti propongo un aneddoto vero. vorrei una tua opinione

    Quattro ragazzi in un pub seduti attorno al tavolo senza parlarsi, tutti intenti con i cellulari a comunicare con l’esterno e non con chi avevano di fronte.

    Come ha detto Benedetto XVI nella giornata mondiale della comunicazione 2009.
    Le nuove tecnologie stanno trasformando il modello di comunicazione e delle relazioni umane, offrono molte possibilità: è fuor di dubbio!, ma non preservano da pericoli, talvolta anche gravi.

    Io penso che la chat sia un mezzo per tenersi in contatto con amici già acquisiti, usarla per trovarne dei nuovi credo sia un mezzo rischioso ,sopratutto per i più giovani perchè come scrivi "può capitare di sentire la necessità di condividere con uno sconosciuto problemi e sentimenti" ma si è propio sicuri che con il passare del tempo questo sconosciuto poi non si presenti sotto casa?

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  10. @Maurizio
    certo, cercare nuove amicizie senza conoscere chi stai contattando è un rischio, dobbiamo però constatare che gli stessi rischi li corriamo quotidianamente nella vita reale. Dietro l'apparente normalità della vita di ogni giorno esistono situazioni e problematiche che non emergono.

    Quante volte, non ti è mai capitato?, sentiamo i commenti di parenti, vicini, amici di persone che hanno commesso atti violenti: "una persona normale" "una famiglia perfetta" "una coppia che andava così d'accordo" "forse un ragazzo un poco introverso, ma così tranquillo"...e così via.
    Anche nella vita normale i più giovani corrono rischi, e non solo loro.

    Dunque occhi aperti, per le amicizie.
    I vecchi dicevano : "dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io"

    ciao

    Grazia

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  11. @Grazia

    "cercare nuove amicizie senza conoscere chi stai contattando è un rischio, dobbiamo però constatare che gli stessi rischi li corriamo quotidianamente nella vita reale."

    Penso che ti stai contradicendo un pochino

    perchè come hai scritto un pochino più in sù

    "non vedersi in viso può rendere più facile confidare qualcosa; persino sapere di non dover rivedere in seguito quella persona, quell'amico può spingere a condividere qualcosa che in una situazione normale non avremmo condiviso."

    Il vero rischio è questo pensare di non dovere mai incontrare l'altra persona , sicuramente anche nella vita reale ci possono essere pericoli ma vedendosi è più facile capire se uno ci stà prendendo in giro più difficile e capirlo in chat........ Ciaooooo

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  12. Io ricordo che nel periodo della guerra c'erano le "madrine" dei soldati al fronte. Scrivevano e non si conoscevano e quanti di questi epistolari incontri sono sfociati in felici matrimonio. Ne ho avuto prova nella mia allargata famiglia.
    Non vediamo sempre negatività, un pizzico d'intelligenza e di discernimento non guastano. Sì, per me, scrivere anche a chi non si conosce, ci si pùò sempre fermare, sentirsi liberi come nell'amicizia, non ci sono vincoli o costrizioni: come si crea ...per svariati motivi...si può chiudere; ma per un attimo abbiamo camminato con qualcuno che forse ne aveva bisogno. Siamo tutti fratelli in con-divisione nelle nostre diversità.

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