Direte, era un uomo...
Vediamo allora il parere di Rina Monti, allora docente presso l'Università di Pavia: "Prima di dare il voto alle donne è necessario rendere viva e moderna la loro educazione, distruggere i loro pregiudizi atavici, dare loro una personalità indipendente. È tutto un lungo lavoro che resta da fare."
...Nel 1945 il diritto di voto viene esteso alle donne: sono passati 154 anni da quando la francese Olympe de Gouges redige la "Dichiarazione dei diritti delle donne e delle cittadine", che all'art. XI dice: "La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi della donna". Viene ghigliottinata nel 1793, per aver osato sfidare Robespierre. Era una donna fiera e le sue idee anticipavano il suo tempo...forse perfino il nostro.
Quest'anno la Giornata della Donna compie 100 anni...
(In Nuova Zelanda la concessione del diritto di voto risale al 1893. E in altri Paesi? in Grecia al 1952, in Libia al 1963, in Svizzera al 1971 e in Kuwait al maggio del 2004. Nell'ordinamento dello Stato del Vaticano il diritto al voto è limitato agli uomini, non a tutti, solo ai Cardinali d'età inferiore agli 80 anni.)
(Immagine: "Donna nelle rose" Marc Chagall)
Che dire? Mi pare che negli Stati Uniti sia stato riconosciuto alle donne nel 1920 (sempre più all'avanguardia rispetto agli altri ....) Beh teniamo presente che noi in europa non ci possiamo neanche troppo lamentare ma in Arabia Saudita che tutti reputano un paese civilizzato (!!???) le donne votano ma in compenso non possono guidare. Questo lo sapevi Pheqof? Inoltre vengono ancora sotterate con la testa fuori e lapidate. In Turchia qualche anno fa l'8 marzo sono state selvaggiamente picchiate perchè stavano facendo una pacifica manifestazione in onore della fets della donna. Veramente complimenti. In Italia in compenso votiamo , guidiamo, non veniamo lapidate, ma ultimamente veniamo spesso stuprate. Così è il mondo ......
RispondiEliminaCiao Pheqof ..... Patrizia
Cara Patty,
RispondiEliminaper scrivere questo post mi sono un po' documentata e ho letto parecchio sulla condizione generale delle donne nel mondo. Veramente...non ci sono parole, tante sono le situazioni, alcune di gravissimo disagio, altre drammatiche.
Il problema degli stupri che hai segnalato per l'Italia, mi pare molto sentito anche altrove; non è un caso che il tema della Giornata Internazionale della Donna 2009 è: Women and men united to end violence against women and girls. (http://www.unu.edu/iwd/files/2009/UNVAW_Backgrounder_022009_g.pdf)
Ho visto che la lapidazione è una punizione diffusa in moltissimi paesi. A tal proposito ti riporto un fatto che ho letto:
"Anche un uomo, Yunusa Rafin Chiyawa, è stato condannato per aver confessato di aver avuto rapporti sessuali con la moglie di un amico. La donna ha detto di essere stata ipnotizzata e per questo è stata scagionata, l’uomo invece ha confessato in tribunale, dove la seduta è stata aggiornata per permettergli di pensare alle conseguenze della sua ammissione di colpa, ma l’uomo ha ribadito la sua confessione ed è stato condannato alla lapidazione alla fine di giugno del 2002."
Ho immaginato una storia diversa da quella che sembra, ho immaginato che l'uomo si fosse incolpato per salvare dalla morte la sua donna.
Ma io sono una inguaribile romanticona...
ciao a presto
Quanta strada c'è ancora da fare... Certo, tanta è stata fatta in passato, ma credo che siamo ancora lontane dall'avere quella parità con gli uomini tanto millantata... Vuoi per una questione prettamente fisica, vuoi per una questione di mentalità di massa, trovo che ci siano certe conquiste estremamente difficili per noi... Ma abbiamo tanto tempo davanti, e periamo che il futuro giochi in notro favore...
RispondiElimina@Veggie
RispondiEliminahai ragione, la parità con gli uomini è ancora lontana, nonostante i cambiamenti intervenuti, le donne sono escluse dai vertici della vita politica, sociale ed economica.
In una recente indagine è emerso che sono pochissime le donne a cui sono stati affidati posti di comando degli istituti bancari, con un rapporto di 10 a 1.
Nella politica italiana le quote rosa sono quasi inesistenti e di peso irrilevante, ma vi immaginate una donna Presidente del Consiglio o Presidente della Repubblica?
Tutti cercano l'Obama italiano ma quanto dobbiamo aspettare per trovare una Hillary Clinton italiana?
Per il voto ci è andata meglio che alle svizzere, che l'hanno ottenuto 25 anni dopo di noi, per tutto il resto la strada da fare è tanta...I settori privilegiati restano difficilmente accessibili (e un seggio da deputato o da senatore ovviamente sono da considerarsi "privilegiati" per tanti motivi).
RispondiEliminaNelle coppie dove la moglie fa carriera e arriva a conquistare una posizione superiore a quella del marito, guadagnando di più, pare che ciò costituisca facilmente motivo di separazione e divorzio...il che è emblematico di come gli uomini non accettino di perdere posizioni.
Annamaria
@Patty
RispondiEliminaNon sapevo che in Arabia Saudita le donne non potessero guidare. Mi sono informata e pare che le donne là non siano molto d'accordo su questo fatto.
L'anno scorso un'intellettuale saudita, Wajeha Al-Huwaider, ha girato un filmato, riprendendosi mentre guidava, e lo ha pubblicato su You Tube, in occasione della festa della donna.
Ti lascio il link
(http://www.youtube.com/watch?v=54pRJkJ6B6E)
Ciao
@Annamaria
RispondiEliminatasto dolente...i politici italiani non hanno grande considerazione delle figure femminili: molte dichiarazioni pubbliche...pochi fatti.
Gli americani, come sempre, anticipano i tempi e sono moltre le donne "di peso" oltre a Hillary Clinton.
Anche in altri paesi spiccano figure di rilevanza nella vita politica, come Angela Merkel in Germania e Sègolène Royal in Francia; in Cina una donna è vice premier, poi ci sono le "presidentesse" in Finlandia, in Liberia, in Cile...
Ieri il Presidente Giorgio Napolitano ha ammesso che in Italia "nelle istituzioni e nella politica la presenza delle donne e' davvero 'modesta',"
E' già qualcosa averlo detto...
@ pheqof - Hai perfettamente ragione... Sai, io ritengo che non ce ne facciamo niente di un giorno dedicato a noi. Dovrebbe essere presente ogni giorno nella mente di tutti che le donne sono persone, che devono godere di diritti e di doveri, ma soprattutto che meritano rispetto.
RispondiEliminaNon voglio sembrare l’ultima delle femministe, ma certamente molte delle lotte che sono state fatte dalle nostre mamme e dalle nostre nonne stanno andando in fumo. E’ la storia che si ripete. Nei momenti di crisi le prime a pagare ed essere rimandate a casa dal lavoro sono le donne. E guarda caso statisticamente, oggi, nel 2009, le aziende che devono fare tagli preferiscono licenziare prima le donne. Come se il nostro lavoro valesse meno di quello degli uomini. Per non parlare del fatto che ancora oggi, nel 2009, a parità di lavoro e di efficienza un’altissima percentuale di donne viene pagata meno dei loro colleghi uomini.
Probabilmente oggi lottare come alla fine dell’800 per l’uguaglianza, e negli anni 70 del 900 per conservare la specificità di genere non servirebbe a niente. Il femminismo è l’unico movimento collettivo che non è mai relamente finito, ma è entrato a far parte della mentalità comune. Ma di tutto ciò oggi cosa rimane?
Dovrebbe essere normale apertura mentale capire che il sesso non è una discrimante, nel lavoro e nella vita. Abbiamo dimostrato di poter fare tutto, indipendentemente, anche senza gli uomini. Abbiamo dimostrato di poter lavorare, di averne le capacità, di essere in grado di lavorare non solo fuori, ma anche in casa. Sappiamo camminare con le nostre gambe. Non siamo inferiori a nessuno.
Le persone sono persone, a prescindere dal loro sesso, e come tale andrebbero considerate, sia nella vita di tutti i giorni che nel mondo del lavoro.
Ciao Veggie,
RispondiEliminami aggiungo, intendo dire che se tu sei l'ultima delle femministe, mi accodo come penultima...
avevo letto e sentito ai telegiornali che i tagli dovuti alla crisi hanno portato al licenziamento di un maggiore numero di donne, e quasi non ci credevo. Non bisogna scoraggiarsi, ma credo che in questo tu possa insegnare molto...
ciao a preso
Ho la fortuna di lavorare in un'azienda della new economy dove la maggior parte delle posizioni manageriali e' ricoperta da donne.
RispondiEliminaIo sono una di queste.
Abbiamo una marcia in piu' rispetto ai nostri colleghi maschietti.
Ce lo dicono i risultati che portiamo. Ce lo dicono i nostri clienti.
Sara' proprio per questo che ancora nella maggior parte delle aziende le donne non riescono ad arrivare nei posti di comando?
Ma guarda le coincidenze della vita.
RispondiEliminaDopo aver scritto il post delle 13 e 45 di oggi, mi sono preparata il pranzo, il caffe' e mi sono messa sul divano a leggere.
Apro Vanity Fair del'11 marzo (sono indietro anche nella lettura delle mie riviste preferite!) e trovo questo articolo di Alessandra Mattirolo.
Lo riporto qui sotto.
"Se il capo e' una donna, l'azienda ci guadagna".
"Se ci fossero state piu' donne nella gestione delle banche, forse questa crisi non si sarebbe mai verificata". La pensa cosi Claire Shipman, nota conduttrice di Good Morning America, sulla Abc, e autrice con Katty Kay, corrispondente da Washington della BBC, di Womenomics: write your own rules for success. Secondo la Shipman, infatti, gli uomini sono per lora natura piu' esposti ai rischi. Colpa del testosterone, che induce a reagire d'impulso e a non guardare lontano, al contrario delle donne che sono piu' prudenti e lungimiranti. In uscita a giugno per Harper Collins, il saggio di Shipman e Kay e' una specie di manifesto "post-femminista", un libro che, cifre alla mano, spiega alle donne quanto valgono sul mercato del lavoro, e le incoraggia a dettare le condizioni del loro impiego. "Il potere economico delle donne", spiega Shipman, "è cresciuto enormemente. Uno studio del Glass Ceiling Research Center, che per 20 anni ha preso in esame 500 tra le maggiori aziende USA, dimostra che dove le donne hanno posto chiave la produttivita' cresce dal 18 al 69 per cento. Le aziende che l'hanno capito e hanno adottato una politica women friendly ne hanno ottenuto enormi vantaggi".
@Carol
RispondiEliminafinalmente una esperienza in positivo sul mondo del lavoro...Le aziende della new economy forse sono più aperte - proprio per la novità del settore in cui operano - e colgono una opportunità importante, il contributo femminile ad un settore la cui caratteristica principale è l'alta tecnologia.
Senza dubbio il "mondo" maschile soffre un po' l' inserimento delle donne e il doversi confrontare con loro su di un piano paritario, ma con un pizzico di grinta e femminilità è un ostacolo che si può superare...
Ciao e grazie dell'intervento
@Carol
RispondiElimina(commento delle 03.17)
Segnalazione di grande interesse.
Qualche settimana fa avevo seguito, in tarda serata, un programma sulla Rai dedicato al ruolo delle donne nel mondo e nei diversi settori; c'era stato un accenno al tema da te toccato e mi aveva molto incuriosito. Non sapevo che fosse in preparazione un saggio; speriamo che anche in Italia venga adottata dalla aziende la mentalità women friendly...
Bisogna ammettere che l'America - nonostante tutti i suoi difetti ed eccessi - è sempre un passo avanti rispetto alla vecchia Europa.
Sarebbe un aiuto anche per la crisi in atto, perchè le donne, oltre ad essere più lungimiranti e prudenti, hanno una maggior propensione al risparmio e sanno sopportare meglio avversità e sacrifici.
ciao,