domenica 31 maggio 2009

Lettere a una sorella

Viviamo nell'era digitale.
Noi cerchiamo di capire gli altri attraverso i mezzi con cui comunicano: le immagini, le parole, i libri, i video, le fotografie, i colloqui.
Se si tratta di persone che in qualche modo hanno fatto parte della nostra vita e non sono più tra noi, attingiamo alla nostra memoria, ai ricordi. Anche se viviamo nell'era digitale.


Ci sembrerà strano che qualcuno abbia potuto prendere carta e calamaio e, per oltre cinquant'anni, li abbia usati come mezzo per esprimere e trasmettere i propri pensieri ad una persona. Giovanni Paolo II lo ha fatto, ha scritto molte lettere, per molti anni, a Wanda Poltawska ed ora di queste lettere ne parlerà il mondo.

Wanda Poltawska ha quasi novant'anni e dice: "La sua missione era santificare l’amore. Abbiamo scritto insieme, ragionato insieme su come salvare l’amore umano tra uomo e donna."


Un Papa vicino agli uomini ed alle donne, vicino al lato umano e divino di ognuno di noi.


3 commenti:

  1. Penso che scrivere con carta e penna sia più intimo e personale, mentre quello che facciamo tramite PC sia più freddo, distaccato e depersonalizzante... Io, per esempio, se devo scrivere qualcosa per l'università o per lavoro uso il PC, ma se devo scrivere alla mia migliore amica lo faccio a mano...

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  2. @Veggie

    Davvero mi ha meravigliato scoprire che c'è qualcuno che scrive a mano.
    Anch'io scrivevo molto sulla carta, i miei libri contengono tanti piccoli foglietti pieni di appunti scritti a mano.
    Ora mi capita raramente, ma leggo meno libri, lo confesso.

    Mi ha molto colpito questa notizia che riguarda Giovanni Paolo II, appunto perchè penso che queste lettere erano espressioni di sentimenti personali.
    Prima di morire il Papa aveva chiesto al suo Segretario Personale di distruggere i suoi scritti (volontà che non è poi stata rispettata).
    Possiamo immaginare che ognuno di noi ha avuto pensieri e parole che preferirebbe restassero depositati nella memoria di coloro ai quali erano diretti.
    Perchè è difficile analizzare e, soprattuto, capire le sfaccettature del nostro animo.

    Così penso che questi pensieri avrebbero dovuto essere custoditi dai destinatari, oppure - come era suo desiderio - essere distrutti.
    Lo penso anche se vivo in un mondo dove la parola privacy non ha più nessun significato, dove i sentimenti e spesso il dolore vengono mostrati senza alcun rispetto.

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  3. Concordo sul fatto che una corrispondenza del genere non avrebbe dovuto essere resa pubblica. Non sempre si scrive per essere letti da tutti, né si vorrebbe che ciò che si sta scrivendo finisse in pasto al mondo.
    Quanto allo scrivere a mano, anche se uso molto il pc, non ho rinunciato ad avere sempre a portata di mano qualche quadernetto.

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