martedì 15 giugno 2010

Le Vuvuzelas, protagoniste dei Mondiali di Calcio 2010

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Cosa era il rumore insistente che ieri sera accompagnava le immagini della partita Italia - Paraguay?

Se a noi ricorda il  fastidioso ronzio  di uno sciame di calabroni - impossibile escluderlo dal nostro cervello - per i tifosi della nazionale di calcio del Sudafrica è un suono ben conosciuto, emesso con le Vuvuzelas: un incitamento per i "loro ragazzi", un tormento per gli avversari, che crea loro fastidio e difficoltà di comunicazione.

Mentre la BBC è alla ricerca di un filtro digitale per attenuare l'odioso "effetto alverare" che accompagna le trasmissioni delle partite, qualcuno ha sviluppato un App per iPhone che, pare, abbia ottenuto grande successo in Rete.


E le Vuvuzelas,  trombette il cui nome in lingua zulù significa "che fa rumore",  sono  ora pubblicizzate, vendute e ricercate, al di fuori dei confini d'origine. 


Pronte a sbarcare in Europa, resta da definire il loro ruolo: incitamento o protesta?


15 commenti:

  1. Rispetto per le vuvuzela. Per noi un rumore fastidioso, ma dai! abbiamo ascoltato qualcosa di strano. Grazie per la spiegazione molto gradita. Un caro saluto

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  2. Mamma mia! Io non sono riuscita a guardare la partita e non ne guarderò finchè c'è questo rumore che per me è fastidiosissimo. Se io fossi un giocatore mi rifiuterei di disputare una partita anche se entra una sola di quelle trombette. E' una vergogna che tutti dobbiamo essere costretti a sopportare un sopruso acustico come questo. Grazie agli organizzatori. Questi mondiali già non mi attiravano prima. Figurati adesso. E questo è quanto.

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  3. Concordo con Patty.
    Sono riuscito a vedere 10 minuti la partita dell'Italia e ieri altri dieci minuti la partita del Brasile poi ho girato su un altro canale.
    Se faccessero tutti come mè sai dove se le metterebbero le trombette?
    E' una vergogna........
    Scusate lo sfogo

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  4. Ciao Maurizio,
    forse dobbiamo imparare le tecniche della meditazione: concentrarsi su ciò che interessa ed estraniarsi da tutto quello che è il contorno. Difficile, ma si può.
    Ho detto la mia cretinata. Un abbraccio
    enrica

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  5. Cara Enrica è sempre un piacere leggerti,
    non hai detto una cretinata anzi.
    Se tutti facessimo meditazione tanti contrasti non si sarebbero.
    Nella vita purtroppo non si può premere un tasto sul telecomando e cambiare canale, quindi è normale sopportare ma almeno quando ci si diverte
    non puoi pretendere che uno faccia meditazione per sopportare qualcosa che dà fastidio.
    Più semplice premere il tastino non trovi?

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  6. (ANSA) - MILANO - Tutti in fila per le 'vuvuzelas'. E' questo il passaparola che si sta diffondendo, a Milano, da quando si e' sparsa la voce che l'Ente del Turismo sudafricano distribuisce gratuitamente le colorate quanto introvabili trombe da stadio.

    Qui servirà si la meditazione prepariamoci....

    130 decibel più che una motosega.

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  7. Concordo pienamente con Maurizio. Io la meditazione non so cosa sia, forse perchè sono già fintroppo schizzata, non so stare ferma e per cui per me meditare è un gergo che non conosco. Cmq il dibattito non è la meditazione ma semplicemente: perchè io devo essere costretta e come me tantissimi altri a sopportare una cosa che mi da un fastidio tremendo, quando lo si potrebbe evitare. Viviamo in un Paese libero o no? Ma già ... teniamo presente che questo supplizio arriva da un paese che è abituato a sopportare di tutto dalle dittature alle mosche alla siccità. Ma sì mai chi se ne frega delle trombette. Tanto a me non riescono a impormele come non riescono a impormi il burka o la loro aliemntazione fatta di animali dissanguati.

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  8. p.s. : Non mi metto in fila neanche per i saldi, non mi sono messa in fila nemmeno per andare a vedere Alcatraz, figurati se mi metto in fila per una trombetta!

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  9. @Maurizio

    i 130 decibel di cui parli si riferiscono senz'altro alla pressione sonora sul luogo e relativi ad uno strumento di una certa dimensione (parliamo di una pressione sonora pari alla sirena di un'ambulanza).
    Ma l'evento è reso quanto mai negativo, non tanto dalla pressione sonora, quanto dalla frequenza del suono, che è attorno ai 400/500 hz, con armoniche di ordine superiore che per semplicità nel discorso non consideriamo. Queste frequenze fanno parte dello spettro sonoro in grado di essere difficilmente schermabili, in quanto omnidirezionali per eccellenza e, quindi, di attraversare le più comuni barriere antirumore e di intromettersi in ogni tipo di apparecchio acustico, compreso i microfoni. Tali frequenze sono percepite maggiormente dall'orecchio umano (le sentono anche i sordi).
    Difficile anche da filtrare elettronicamente perchè in quell'area di frequenze è presente anche parte dello spettro della voce umana. Quindi si potrebbero eliminare anche suoni utili.

    Perciò...abituiamoci al suono delle vuvuzelas (che possono essere anche utilizzate come strumento musicale al fine di accompagnare canzoni per scopi più piacevoli).
    Per fare un esempio: sarebbe come suonare la tromba per fare casino e suonare lo stesso strumento ne "Il silenzio".
    Comunque, onore al merito per il fiato degli africani perchè, per soffiare continuamente nello strumento, vi vogliono dei bei polmoni.

    un saluto (rumoroso)
    Silvano

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  10. per Maurizio,
    questa mattina nel super mercato piccolo sotto casa vendevano già montagne di vuvuzelas (simili)e tutte queste madri e nonne intelligenti litigavano per acquistarli. Credimi in un attimo questi figli o nipoti si sono scatenati col suono che realmente mi ha fatto sobbalzare. Io credo che si può tollerare un suono così intenso in un ampio spazio e con la possibilità di poter premere un tasto per cambiare canale. Pensa cosa abbiamo raccolto! Questo è il risultato? E io mi ritengo una tollerante! Mi rimangio tutto ciò che ho scritto. Sarà solo l'inizio?
    Grazie Maurizio con un affettuoso abbraccio

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  11. Per Silvano dal saluto rumoroso
    Grazie della spiegazione. Sono sotto shock. Mamma mia! Mamma mia! Ma tutte a noi ci capitano?

    Per Maurizio
    Meno male che qualcuno la pensa come me

    Per Enrica
    Sono felice che ti sei ricreduta. Devo aggiungere una cosa al tuo commento. Ma quante mamme o nonne rimbambite ci sono?!?!?!

    Per Pheqof
    Se scrivo in dettaglio quello che penso delle trombette africane mi sa che elimini il mio commento dal post.
    Ciao a tutti .....

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  12. @Patty
    grazie per non averlo scritto :)
    ciao

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  13. per patty
    c'erano anche padri che si divertivano a provare l'emozione!!!!!!!!!!!!!!

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  14. Non vi sorge un dubbio che è un rumore di protesta per boicottare i mondiali,
    fatto passare poi per una tradizione?
    Pensare male si fà peccato ma tante volte si indovina.

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  15. per Maurizio
    In questo periodo li penso tutte, ben lungi l'idea che si fa' peccato a pensare male, mi preoccupa di più pensare bene e poi...trovi male. Cavoli ogni giorno se ne impara una nuova!
    Bravo Maurizio, sempre diretto sei...
    Con affetto

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