"La cosa più difficile, ma necessaria è amare la vita, amarla anche nella sofferenza...E questo è un grande e sofferto “atto d’amore”
con queste parole iniziava una lunga lettera inviatami da Enrica, più di un anno fa, che ho pubblicato qui.
"sono mamma che per 30 anni ha vissuto 24 ore su 24 con una figlia ammalata psichica gravissima" proseguiva "e che ora da 7 anni seguo in istituto: e cosa vedo? Madre e padri che accudiscono “gli ultimi” che soffrono tanto e tanto! Rarissime volte possiamo accarezzarli ma assistiamo impotenti quando in crisi li vediamo legati o chiusi in camera di sicurezza… e soli! Dove vado io e mio marito ci sono mille ammalati non più gestibili in famiglia. Quanti genitori sono in queste nostre condizioni! Eppure siamo sempre lì a fianco di tanto dolore."
Ieri le è stato comunicato che Giuliana verrà dimessa dalla struttura in cui è ricoverata ad anni: da ieri, per loro, inizia un nuovo cammino, lungo e difficile. A chi chiedere un aiuto, un consiglio? Come affrontare di nuovo strade già percorse invano? Come trovare la forza di ricominciare? Come superare la sensazione di grande ingiustizia e solitudine che ti sovrasta in questi momenti? Chi può dare un aiuto?
Quando mille domande si sovrappongono alle sensazioni di confusione e disorientamento, quando non si trovano punti di riferimento e le espressioni più semplici perdono il loro significato, è difficile trovare le parole giuste e dare le giuste risposte. "Alla fine, ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici" diceva Martin Luther King.
per pheqof,
RispondiEliminagratitudine per aver pubblicato in poche parole una situazione grave e inaspettata che ci è piombata in famiglia come un fulmine. Ripensiamo a sette anni fa' (quando la mia malattia mi dava pochi mesi di vita)e al cammino di inserimeto di Giuliana nella struttura attuale dopo otto mesi di ricovero in un TSO perchè nessuna comunità la voleva è un dolore immenso. La ferita si è riaperta e sanguina. Siamo in situazione peggiore di allora perchè vediamo sfumare tutto il drammatico cammino percorso. Non vogliamo più rivedre le sofferenze indescrivibili di Giuliana...e nostre!!! Tanto e tanto buio...
Ti voglio bene e grazie.
enrica con Giulio
per Enrica
RispondiEliminaavete iniziato un lungo cammino tanti anni fa, quello che tutti i genitori cominciano quando hanno un figlio.
Per molti è semplice, per altri meno, per alcuni particolarmente difficile e questo vostro lo è in modo particolare.
Ho parlato del silenzio per simboleggiare la solidarietà nelle difficoltà, come immagino volesse esprimere l'autore, anche se in un altro contesto.
Per simboleggiare la solidarietà silenziosa di chi assiste a qualcosa di più grande e di più complicato, difficile da comprendere in tutte le sfumature, e di chi - pur desiderandolo - non può contribuire, con il solo proprio contributo, alla soluzione.
Ma il silenzio degli amici, la loro solidarietà e il loro sostegno vi circondano; ho letto sul tuo blog e sul vostro profilo di Facebook molti pensieri, tante ideali strette silenziose. Forse impotenti, prese singolarmente. Ma tutte insieme possono darvi la forza di continuare questo difficile strada e, alla fine, forse davvero queste sono le cose importanti, quelle che ricorderete di questo lungo e apparentemente buio percorso.
Un abbraccio a voi e a Giuliana
g
Hai ragione Grazia, ci è costato molto decidere di mettere la foto di Giuliana e quel post ma crediamo di avere bisogno di molti commenti o semplici pensieri da tanti amici, parenti e conoscenti. Forse potranno servirci concretamente più avanti quando la strada si stringerà in una morsa dolorosa. Un cerchio d'amore vero che possa ancora testimoniare che tante persone non sono indifferenti verso "l'ultima". Grazie che mi sei d'aiuto attraverso il tuo blog e con la tua vicinanza.
RispondiEliminaCon tanto bene
enrica con giulio e attraverso noi Giuliana
Per Enrica
RispondiEliminaCara Enrica, è da poco che frequento questa piccola comunità virtuale, ci sono capitata per caso, ma fin dall'inizio mi hanno colpita i tuoi commenti, così profondi, con una umanità sincera, sentita, con una empatia ed una partecipazione fuori dal comune. Mi sono detta che una tale sensibilità non poteva che essere maturata dal dolore e scopro che purtroppo non mi sbagliavo, ma mai avrei immaginato un dolore così grande. Non trovo parole di conforto e probabilmente sarò goffa, non conosco le regole di questo tipo di comunicazione, ma per quel poco che serve vorrei dirti che tra quanti in questo momento vi rivolgono un pensiero di solidarietà silenziosa ci sono anche io.
Cara Francesca,
RispondiEliminagratitudine infinita per il tuo commento di sostegno e condivisione. Quanta sensibilità e delicatezza esprimono le tue parole!
Un po’ di tempo fa’ avevo scritto riguardo a un tema proposto da pheqof una parte di questa frase che scrivo qua sotto tratta da un diario di R.Tavelli.
Ora la completo per farti comprendere che una piccola speranza c’è sempre nel cuore pur nel “nulla” che mi circonda in questo momento:
“A volte le parole prendono di schiena e si ha la sensazione di essere colpiti in faccia. A volte prendono la faccia e il brivido corre lungo la schiena. L’ala della speranza, l’amo ricurvo del dolore continuano l’implacabile lavoro”.
Carissima Francesca, credo che in queste parole ci sia racchiuso tutto il ciclo della vita…
Combatterò con le poche forze che mi rimangono affinché Giuliana possa rimanere in quel “nido” dove io e mio marito l’avevamo posta con tanto dolore causa la mia malattia che mi dava pochi mesi di vita, ma continuo a vivere…il compito ricomincia! Che il Signore vegli su Giuliana, su te Francesca e anche su chi sta causando tanta ingiustizia.
Permettimi di dirti ti voglio bene sperando di risentirti. Un abbraccio infinito.
Grazie da Enrica, Giulio e attraverso noi Giuliana
Quando ti abbiamo incontrata sabato mattina, siamo rimaste sconvolte vedendoti. Il tuo viso esprimeva tutto il tuo dramma. Possiamo solo dirti che pregheremo per voi e che vi vogliamo bene.
RispondiEliminaLuciana, Sandra e Franca.
Ricordo la tenerezza con cui Giulio faceva camminare la piccola Giuliana sul muretto della sacristia. Ancora non vi conoscevo ... quella tenerezza è sempre nei vostri occhi quando parlate di lei. Per quel che può valere vi sono vicina, col pensiero e con la preghiera.
RispondiEliminaAnnalena e Paolo
carissimi
RispondiEliminapurtroppo Giuliana, ora, sta camminando sul muretto dell'eutanasia...bianca!!!La tenerezza e il dolore si intrinsecano per non farla...cadere.
Grazie Annalena e Paolo