venerdì 12 dicembre 2008

2008, un anno difficile

Siamo abituati a ritmare la nostra vita, minuti, giorni, settimane, mesi, stagioni... quando un anno volge al termine siamo portati a fare un bilancio.
Se osserviamo quanto accaduto nei mesi trascorsi vediamo che il 2008 ha introdotto grandi cambiamenti; abbiamo acquisito la consapevolezza di vivere un un "mondo globale", dove gli avvenimenti si incrociano ad altri che avvengono in luoghi lontani, determinando sviluppi e cambiamenti cruciali.
Abbiamo anche acquisito la consapevolezza di vivere in una zona privilegiata di questo "mondo globale", dove sono disponibili acqua, cibo, energia, istruzione, cure e diritti.
Ho letto recentemente alcuni dati che possono servire a valutare i nostri bilanci: se siamo tra coloro che non vivono pericoli di battaglie, imprigionamento, torture o non sentono i morsi della fame, siamo più avanti di 500 milioni di abitanti del mondo - se abbiamo cibo, vestiti, un tetto ed un posto per dormire, siamo più ricchi del 75% di tutti gli abitanti - se possiamo avere una idea politica o professare una religione senza paura di essere minacciati, arrestati, torturati o uccisi, siamo più fortunati di altri 3 miliardi di persone - se abbiamo soldi in banca, nel nostro portafoglio e risparmi da qualche parte, facciamo parte dell'otto per cento delle persone benestanti - se possiamo leggere questo messaggio non facciamo parte dei 771 milioni di analfabeti.

...qualche flash del 2008 nel breve video che ho preparato...




(Video: "Avvenimenti 2008" by Peqhof and Essepi - Archivio Video People and Dreams)

21 commenti:

  1. Se abbiamo tutto questo "visto che nessuno c'è l'ha regalato" è perche noi e i nostri genitori hanno fatto delle lotte
    per la nostra libertà per i nostri diritti per il nostro lavoro.
    Non ci ricordiamo più i sacrifi immensi nei nostri nonni finita la guerra? per ricostruire un paese disastrato.
    Non capisco dal tuo scritto è come se tutto questo ci fosse arrivato dal cielo. ciao

    RispondiElimina
  2. Ciao Maurizio,
    hai proprio ragione quando dici che non ricordiamo i sacrifici immensi di quelli che hanno vissuto prima di noi.......
    No, non ci è arrivato tutto dal cielo, fortunatamente l'uomo ha influenza con il suo operare e la sua intelligenza su quello che lo circonda. La mia riflessione riguarda alcuni eventi della vita delle persone che non sono determinati dalla capacità o dalla reazione delle persone stesse. Se ad esempio fossi nata in Zimbabwe, colpito da poco da un'epidemia di colera e dove MSF dice che non possono alzare bandiera bianca perchè gli serve anche quella, probabilmente sarei già felice di non far parte delle 783 persone morte o degli oltre 16.000 casi sospetti di infezione.
    Vivere nella "zona fortunata del pianeta" non è merito di alcuno, i potenti strumenti di comunicazione che utilizziamo ci consentono però di "vedere" anche le zone meno fortunate e diventa difficile ignorarle.

    RispondiElimina
  3. Se fossimo nati nello Zimbabwe avremmo permesso
    al presidente Mugabe
    di fare quello che ha fatto?
    il problema stà tutto li, noi abbiamo fatto le guerre di liberazione per arrivare a quello che abbiamo, gli aiuti che mandiamo li spendono in armi, che dobbiamo fare? fare noi le guerre per loro?
    link di un interessante articolo leggetelo
    http://www.newsitaliapress.it/pages/dettaglio.php?id_lnk=6_148789

    RispondiElimina
  4. Effettivamente, nascere in un luogo piuttosto che in un altro fa già partire con diverse prospettive di vita, su questo non si discute. Migliaia di bambini nascono già destinati a morte precoce solo per il fatto di venire al mondo in zone aride, devastate dalle epidemie o dalle carestie. Però anche l'imbecillità umana a volte fa la sua parte, e qui penso a quei paesi dove ancora oggi si uccidono nei conflitti tribali, o come ha scritto Maurizio, dove utilizzano per le armi quanto viene mandato sotto forma di aiuti internazionali invece di preoccuparsi di migliorare le proprie condizioni di vita.

    RispondiElimina
  5. Immagini molto suggestive...
    Credo che siamo stati tutti molto fortunati a nascere "inquesta parte di mondo"... e penso che ci sia molta gente che non se ne rende conto...

    RispondiElimina
  6. @Veggie
    Ciao Veggie, mi fa piacere che il video ti sia piaciuto...
    Per il resto vorrei aggiungere che diamo tutti un pò per scontato quello che abbiamo, e qui do ragione a Maurizio quando dice che dimentichiamo che le nostre condizioni di vita sono il risultato di sacrifici, a volte molto costosi, di tante persone prima di noi.

    RispondiElimina
  7. Purtroppo il 2008 con le sue brutture non finira' con il 31 dicembre 2008. Il 1° gennaio 2009 non migliorera' tutto magicamente.
    Anche se ... ci piace pensare "anno nuovo vita nuova" e ci piace brindare alla speranza di un anno migliore e ci piace credere che il 2008 sia stato un anno particolarmente funesto in quanto bisesto.

    RispondiElimina
  8. @Carol
    aggiungo ai tuoi:
    "anno nuovo vita nuova" "chi ha fallito ci riprova"
    "Anno bisesto, anno funesto" "Anno bisesto che passi presto"
    ciao ^-^

    RispondiElimina
  9. Sono capitato da queste parti mentre cercavo il testo di una canzone di de André. Una volta trovata ho dato un'occhiata al blog e sono finito qui, ho letto i commenti e visto il video e poi ci ho pensato su.
    Mi sono chiesto cosa ne può sapere MAURIZIO di che significa nascere in Zimbawe e di come tutto quello per cui abbiamo lottato ormai lo stiamo distruggendo.
    Abbiamo lottato per le libertà ed i diritti ma di temi l'ultima volta che vi siete sentiti liberi.
    Non lo so se è una questione di fortuna o di lotte, sono sicuro però che sia una questione di responsabilità.
    Quello che chiamiamo benessere si basa sullo sfruttamento di qualcun'altro..tutto qui.
    C'è chi sta bene così e chi fa qualcosa per cambiare.

    RispondiElimina
  10. per Anonimo
    grazie per il tuo commento, mi ha fatto veramente piacere che hai "dato un'occhiata al blog".
    E' difficile dire quando ci si sente liberi, per quanto mi riguarda posso dirti come vedo il concetto di libertà con le parole di una canzone di Gaber (che conoscerai senz'altro)
    "La libertà non è star sopra un albero,
    non è neanche avere un’opinione,
    la libertà non è uno spazio libero,
    libertà è partecipazione"

    ciao a presto

    RispondiElimina
  11. @ANONIMO
    Infatti non lo sò la mia era solo una domanda
    "forse provocatoria" cosa avremmo fatto in un paese dove dal 1998 ogni anno si ha un caso di colera? spero abbia almeno letto l'articolo di cui ho postato il link prima di commentare.
    La libertà "che parola semplice ma quanto difficile" dove inizia e dove finisce?
    Si è liberi di drogarsi di ubriacarsi etc etc, non si è liberi poi di mettersi al volante e uccidere delle persone innocenti, si è liberi di tenere un cane in casa , non si è liberi alle 23 della sera farlo uscire in giardino per i bisogni e farlo abbaiare svegliando il vicinato.
    Siamo un paese che offre lavoro e ospitalità a 4 milioni di extracomunitari, io lavoro con marocchini,rumeni e altri che prima di arrivare in Italia sono stati in Germania in Francia in Spagna, dicono che l'Italia è il paese migliore che hanno trovato.
    La mia più cara amica e Rumena ditegli di tornare in Romania, chi ha provato un regime sà apprezzare cosa significa almeno un pò di libertà,
    Sfuttamento : Spero per tè mio caro anonimo che per essere coerente non compri articoli made in Cina o India
    Ne avrei ancora da dire mà finisco con un aforisma
    Quot homines tot sententiae

    RispondiElimina
  12. per Maurizio
    Sono contento della sua "reazione" perchè significa che crede in quel che dice. Sono contento di sentirla in un certo senso fiero di essere italiano, come del resto lo sono anche io, e sono contento che abbia portato e voluto condividere con me una parte delle sue esperienze.
    Sono contento anche per la sua apertura mentale, la sua voglia di informarsi e i suoi buoni rapporti con chi ha esperienze diverse dalle sue. Perchè poi sono le esperienze che abbiamo che decretano poi, quelle che saranno le nostre posizioni.
    Io sono uno studente di Scienze Politiche e anche se sono forse solo un "ragazzo" qualche esperienza ce l'ho già e "ne avrei ancora da dire", come dice lei, ma soprattutto ho delle idee che prima di esprimere tengo a sostenere con la massima coerenza.
    Il mio non era un giudizio e se lei lo ha preso come tale, beh mi dispiace.
    Quando parlo di libertà parlo di tante cose. Soprattutto non parlo di cani e bisognini, auto e ragazzi drogati ecc ecc. La libertà non ci da il diritto di nuocere a nessuno, ne tantomeno da ad un ragazzo come me l'autorizzazione a pesare sul budget famigliare per via della propria voglia di studiare o magari di comprare i prodotti made in China che magari sono di moda.
    Beh, se si stava preoccupando di questo può stare tranquillo, se ho comprato qualche prodotto della China è perchè dovevo fare i conti con il budget da precario che mi ritrovo.
    Ma credo non sia questo il punto.
    Quando parlo di libertà penso a tante cose, e tra queste c'è un libro che ho letto da poco, di Horkeimer e Adorno, due sociologi. Loro per primi parlano di "industria culturale", di come, sia sul lavoro che nel tempo libero senza rendercene conto, veniamo controllati e manipolati. Crediamo di essere liberi ma le nostre libertà sono circoscritte in certi ambiti, che non sono quelli del rispetto per il prossimo, ma sono schemi imposti da qualcuno che senza nessuna qualità specifica si ritrova nel bel mezzo di quella che chiamiamo "la classe dirigente". Il discorso e l'argomentazione sarebbero troppo lunghe e magari pesanti, ma vorrei che lei ci riflettesse.
    Magari veniamo da realtà diverse o semplicemente abbiamo sensibilità diverse, ma io credo fermamente che la maggior parte di noi, non riesca a decidere liberamente quale sia il suo obbiettivo. Mi spiego meglio.
    La nostra mancanza di libertà sta nel non essere liberi di decidere cos'è che ci farebbe davvero felici.
    Prenda i miei coetanei. La maggior parte di loro sceglie la facoltà che li trasformerà in professionisti, ma il motivo della scelta è il futuro conto in banca e non fare qualcosa che appassiona. Così abbiamo centinaia di avvocati, ingegneri e dottori che non hanno passione per il loro lavoro ma semplicemente per il loro stipendio.
    Così ci convinciamo di essere felici con una bella macchina e una bella moglie che magari non amiamo, e non ci curiamo di tutto il resto.
    E così siamo influenzati in tutte le scelte che facciamo. Siamo sempre meno critici di ciò che abbiamo intorno perchè le nostre priorità sono altre e purtroppo sono priorità di uno squallore infinito. Ci danniamo per avere un lavoro di prestigio, un appartamento in centro, un bel cappotto di marca e una macchina che descriva bene il nostro status, e se non possiamo avere niete di tutto ciò siamo infelici. Ma che libertà è questa?
    Così pensiamo di essere liberi e non capiamo che c'è qualcosa che non va.
    In realtà io non so che cosa si possa fare per Zimbawe, Angola, Libano, Palestina ecc ecc. Sono a Scienze Politiche per diventare giornalista, e se non impazzisco, di certo non diventerò giornalista di gossip o magari di calcio.
    Credo sinceramente che la libertà dell'uomo sia nel poter essere critico di fronte a tutto, dire che questo non è giusto, che decido io il mio posto nel mondo, che ci sono principi che vanno difesi sempre e comunque.
    E' sbagliato far finta di niente e dire "ma si, la vita è dura ma è bella proprio per questo" perchè semplicemente la vita non dovrebbe essere così e non lo ho detto nessuno che chi nasce in Africa deve morire di fame mentre qui avere l'i-phone è l'unica cosa che ci manca.
    Capire che il sistema in cui ci troviamo è una immensa assurdità è il primo vero passo verso la libertà, quella vera.
    Adeguarsi e dire che "bisogna andare avanti" è magari nobile quanto le mie belle parole, ma non ci farà cambiare niente.
    Cosi penso ai miei, operai instancabili da una vita, ai loro insegnamenti, ai sacrifici che mi hanno abituato a fare facendomi conoscere fin da piccolo cosa significa lavorare per realizzare un progetto.
    E' nobile e degno.
    Anche il suo discorso lo è, ma lei che sembra così un uomo di cultura, non dovrebbe rassegnarsi.
    Io magari avrò lavorato molto meno di lei, ma di sacrifici ne faccio tutti i giorni, vorrei che non mi prendesse per un ipocrita perchè non è così.
    E' solo che mi dispiace per chi alla fine si rassegna, perchè magari avrà le sue buone ragioni, ma è comunque una sconfitta.
    Spero di non averle rubato troppo tempo e di non averla infastidita. Magari non mi sono neanche espresso bene e spero che ciò che voglio dire si riesca a capire.
    Purtroppo non capisco il latino perchè da figlio di operai ho frequentato un Istituto Tecnico Industriale alle superiori. Mi dispiace non poter capire il suo aforisma.
    In ogni caso mi ha fatto piacere sentire la sua idea.
    Buona giornata

    RispondiElimina
  13. @anonimo
    Non mi ha infastidito anzi.
    Avevo mandato un P.M. al Blogger al quale scrivevo che non volevo
    commentare il suo intervento perchè avevo capito che era una
    persona molto più giovane di mè, ma ormai il danno è fatto :-)
    Il detto in latino significa "Tanti uomini tanti modi di pensare"
    Per quanto riguarda il mio scritto sulla libertà, il significato
    nascosto era che la libertà propia finisce quando se ne limita
    anche in piccola parte ad un'altra persona.
    Quello che scrive è interessante ma rimane un'utopia.
    Sarebbe bello avere una società istruita,
    l'ignoranza è l'origine di tutti i mali. (Socrate)
    Pensi ai paesi
    dove non è permesso alle donne studiare,dove si bruciano
    libbri dove è limitato o proibito ogni mezzo di informazione,
    dove solo questo nostro scambio di opinioni è impossibile.

    Io ho vissuto il 68 con il libretto rosso di Mao e la foto di
    Che" Guevara ,risultato dopo 40 anni in Cina si parla ancora di
    diritti umani e a Cuba solo ora "forse ma non ci credo" con il
    passaggio di consegne da Fidel al fratello Raúl Castro si vede
    qualche spiraglio.

    Sono daccordo con lei sul fatto che il sistema in cui ci
    troviamo è una immensa assurdità ma comunque una libertà senza
    regole porta all'anarchia.

    Mi fa piacere quando dice "parlando dei suoi genitori" dei loro
    sacrifici per farla studiare e per potere realizzare i loro
    sogni,
    perchè si riallaccia al mio primo post di apertura e quindi lo
    avvalora.

    Lei scrive " pensano al conto in banca e non fare qualcosa che
    appassiona" , la maggior parte dei giovani ormai cerca la strada
    più corta per arrivare ad ogni cosa e non sanno cosa voglia dire
    sacrificarsi
    o rinunciare a qualcosa, lei sà cosa significa lavorare di giorno
    e studiare alla sera?

    Giovani pieni di idee e sogni ma senza più rispetto per nessuno,
    "cavoli mi sembra la canzone di Vasco"
    certo che prima qualche punto di riferimento c'era
    il servizio militare :non utile a sè stesso ma scuola di vita e
    disciplina,
    la scuola: i genitori vogliono che sia maestra di istruzione e
    comportamento per poi lamentarsi se i professori sgridano o
    puniscono i figli

    "se io tornavo a casa a dire ai miei che il professore mi aveva
    punito sa quante ne prendevo ancora?"

    Lei scrive "ma di sacrifici ne faccio tutti i giorni"
    è tutto relativo dipende di che sacrifici si tratta
    é mai andato e tornato da Milano a Monza a piedi perche non
    aveva i soldi per il bus?
    perchè la scelta era un panino o il biglietto?
    e ora che posso permettermi entrambi dopo tanti sacrifici mi devo
    forse giustificare o vergognarmi per quello che ho ottenuto.
    Con questo la saluto sono contento di avere trovato un valido
    interlocutore e porti un pò di pazienza con noi anziani.

    Per il Blogger: mi sà che siamo usciti un pò fuori percorso
    un saluto Maurizio

    RispondiElimina
  14. @Maurizio
    il post era volutamente "ampio" e i temi che hai toccato credo siano di interesse per tutti...

    @Anonimo
    anche mia nonna diceva la frase che ha scritto Maurizio, lei la diceva in milanese:
    "Tanti cò, tanti crap" e significa
    tante teste (inteso persone)
    tanti cervelli (tanti modi di vedere)

    Un detto saggio che ripeteva sempre...

    Se vuoi metti pure il tuo nome in modo che non ti devo scrivere "@ anonimo",

    il mio nick name è "Pheqof" ed il mio nome è
    Grazia

    ciao

    RispondiElimina
  15. E' bella la compagnia su questo blog, lo devo ammettere ed è anche stranissima questa corrispondenza.
    Anche perchè parlando di persona io e Maurizio ci saremmo spiegati alla prima occhiata.
    Io avrei letto il suo passato e lui avrebbe capito che io stesso lavoro 10 ore al giorno per tre giorni a settimana e per altri tre frequento l'Università, sbattendomi tre ore di viaggio nei ridenti trenini delle Ferrovie Sud Est, credetemi un vero disastro.
    Quindi quando parlo di sacrifici so che cosa dico e quando parlo dei miei so che farebbero di tutto per aiutarmi ma ancora e per fortuna riesco a mantenermi gli studi e a tornare a casa qualche volta con la busta della spesa in mano.
    E poi che ci crediate o no anche a me è capitato di restare digiuno per pagare il biglietto, e il servizio militare...beh quest'estate appena preso il diploma ho fatto un concorso da VFP1 nell'Esercito perchè non credevo sarei stato capace di pagarmi gli studi. Per fortuna non mi hanno preso per una diotria di troppo e quindi sono qua.
    Beh che altro, felice di avervi "conosciuto" in questo strano mondo virtuale.
    Il mio nome è Francesco e vi ringrazio per l'ospitalità.
    Ah, il detto si usa anche dalle mie parti: Locorotondo, provincia di Bari....che storia...
    Ciao

    RispondiElimina
  16. @Francesco
    grazie per tutto quanto hai voluto dire, VFP1, i ridenti trenini delle Ferrovie Sud Est (ma non pensare che qui i treni siano tanto migliori...)
    ho una curiosità, come si dice il detto a Locorotondo?
    ciao
    a presto
    Grazia

    RispondiElimina
  17. @Francesco
    Grazie a lei spero di risentirla per commentare qulche altro post interessante
    ciao Maurizio

    RispondiElimina
  18. Il detto a Locorotondo fa più o meno cosi (lo scrivo come si legge):
    TAND'A CHEP
    TAND'A SENDENZ'
    ossia
    tante teste
    tante sentenze (intese come giudizi, opinioni)
    Ciao a tutti
    Francesco

    RispondiElimina
  19. @Francesco
    grazie della "traduzione",

    a presto, torna a commentare se hai piacere,
    ciao
    Grazia

    RispondiElimina
  20. @Grazia in Zimbabwe c'è il colera e noi mandiamo gli aiuti e intanto.......... leggi

    Roma, 15 feb. (Apcom) - Il presidente dello Zimbabawe, uno dei paesi più poveri al mondo, ha comprato una casa da 4 milioni di sterline (pari a 4,5 milioni di euro) nell'Estremo oriente.
    La villa di Robert Mugabe e di sua moglie Grace si trova in un complesso residenziale di Hong Kong, ed è stata acquistata da un intermediario attraverso una shadow-company. Quando un giornalista e un fotografo, scrive oggi il britannico Sunday Times, hanno suonato alla casa, sono stati scacciati in malo modo da due zimbabuani, poi interrogati dalla polizia.
    La proprietà è venuta alla luce grazie alle ricerche del Sunday Times sugli interessi finanziari di Mugabe in Asia, dove una rete di sostenitori lo avrebbe aiutato ad acquistare beni di lusso e nascondere milioni di dollari in conti bancari segreti. Intanto nello ZImbabwe, ricorda l'autorevole domenicale, l'inflazione ha raggiunto il 231m%, la disoccupazione è al 94% della popolazione attiva e si sta diffondendo un'epidemia di colera che negli ultimi mesi ha già ucciso 3.467 persone.
    Secondo alcune fonti nello Zimbabwee e in Asia, Grace Mugabe ha sperperato 55.500 sterline nell'acquisto di statue di marmo in Vietnam e 8.700 sterline per una borsa a Singapore, dove lei e il marito hanno trascorso alcuni giorni di vacanza negli hotel più lussuosi. Ad Hong Kong, dove Grace ha trattato per il taglio di un diamante, i suoi assistenti hanno pagato il conto dell'albergo, 10.500 sterline, con una borsa piena di denaro in contante.
    Il prossimo 21 febbraio Mugabe festeggerà il suo 85esimo compleanno e i sostenitori del partito hanno già iniziato i preparativi per i festeggiamenti. La lista redatta con i suoi desiderata è credibile a stento: 2mila bottiglie di champagne (Moet & Chandon o Bollinger del '61 i preferiti), 8mila aragoste, 100 chili di scampi, 4mila porzioni di caviale, 8mila scatole di cioccolatini di Ferrero Rocher, 3mila anatre e molto altro. Un postscript aggiunge: "No mealie meal", l'alimento a base di granoturco grazie a cui la maggior parte dei cittadini dello Zimbabwe è sopravvissuta, prima che il crollo del Paese lo trasformasse addirittura in un lusso.

    E noi stiamoci a preoccuparci per il colera......

    RispondiElimina
  21. Penso che ciò che succede nello Zimbabwe sia un esempio estremo di ciò che accade in altri paesi: non c'è una suddivisione equa delle risorse e delle ricchezze. Da più parti arrivano richiami sulla necessità di "ridistribuzione" delle risorse, siano esse alimentari, idriche, energetiche, economiche...La crisi che ha toccato i paesi industrializzati è un segnale che qualche cosa va modificato.
    E' un discorso lungo, che si proiettà anche nel nostro futuro, avremo modo di parlarne nei prossimi post,
    mi ha fatto piacere che qualcuno abbia proseguito questo discorso a distanza di tempo...
    ciao a presto

    RispondiElimina