venerdì 30 gennaio 2009

Internet, cambia la vita?

Girando sulla Rete ho trovato "Le 5 cose che Internet ha fatto sparire" un video molto carino che vi propongo...guardatelo qui, su ICTV.

Ebbene sì, dobbiamo ammetterlo, cambiamenti ce ne sono stati negli ultimi anni e altri ne verranno.

Possiamo dire che Internet ha cambiato la vita?

4 commenti:

  1. Sicuramente ha cambiato il modo d'informazione
    le notizie riportate da giornali ,radio ,televisioni possono essere censurate o modificate dai governi
    ora con internet è molto più difficile "certo bisogna saper cercare".
    Infatti, la visione di Internet dei due candidati alla Casa Bianca era profondamente diversa: per Obama il punto di forza è la libera condivisione delle idee; per McCain, invece, il Web è uno strumento di controllo e rappresentava più una minaccia che un'opportunità.

    La Rete pemette
    un'apertura mentale ad un nuovo mondo , fatto di ricerche , di conoscenza , di amici , di cose buone e cose cattive , basta sapersi orientare al meglio ..... ma consapevoli , che è l'oggi il futuro.
    Se anche il Vaticano ha aperto un canale su YouTube un motivo ci deve essere.
    Termino con una battuta; non mi meraviglierei a questo punto di trovare il Papa su facebook

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  2. @Maurizio
    Sono molti gli aspetti del mondo dell'informazione che sono cambiati "post Internet".
    Prima l'informazione era unilaterale e veniva offerta dai mezzi tradizionali, ora è "diffusa"; si è trasformata senza nemmeno dover passare da unilaterale a bilaterale.
    Un balzo tecnologico che è stato recepito in anticipo da parte di chi usufruiva della comunicazione, troppo tardi dagli operatori che la offrono.
    Oggi una persona, con una videocamera da cento euro, può fare uno scoop - non solo - può in pochi minuti renderlo visibile ad un vasto pubblico - fatto impensabile fino a pochi anni fa -
    Grandi cambiamenti anche per la politica e le idee, che vengono scambiate con incredibile velocità.
    E poi l'interscambio è arrivato ai prodotti...
    La strada è in discesa ma gli interessi in gioco sono molti, circolano da tempo voci su possibili manovre per il "controllo" del web...

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  3. @Grazia ho trovato questo articolo sulla rivista Delos
    te lo propongo;

    Blog, Vlog, YouTube, Second Life, MySpace, FaceBook, Wikipedia: benvenuti nel Web 2.0.

    La società industriale è stata sostituita da tempo dalla società dell’informazione — dove l’elemento informazione gioca il ruolo che fu del petrolio e del carbone nella società industriale, ma siamo alla vigilia di una nuova rivoluzione. Alcuni segnali sono evidenti. Prendiamo l’informazione giornalistica. Nell’epoca di internet è cambiata radicalmente e il mutamento è ancora in atto. Basta pensare che Arthur Sulzberger, editore del prestigioso New York Times, ha dichiarato che entro cinque anni sparirà la versione cartacea del quotidiano, a favore della versione on-line. Tutto ciò grazie alla possibilità che offrono le nuove tecnologie di diventare giornalisti e/o editori. Blog, Vblog, YouTube sono tutti fenomeni che hanno messo in discussione il modo di fare informazione: ognuno, dotato di pochi e semplici mezzi tecnologici, può diventare giornalista e fare informazione grazie alla Rete. Ma non è solo una questione di tecnologia, ma anche di un approccio diverso a Internet. Quest’approccio si chiama Web2.0.

    Di che cosa si tratta? In poche parole: ci si riferisce alla possibilità di produrre dati in grado di diventare indipendenti dalla persona che li crea o dal sito in cui vengono inseriti.

    L'informazione — suddivisa in unità — viaggia liberamente da un sito all’altro, spesso in modi che il produttore non aveva previsto o inteso. Web 2.0 lascia ai dati una loro identità propria, che può essere cambiata, modificata o remixata da chiunque e per uno scopo preciso. Col web 2.0 stiamo vivendo una rivoluzione dei contenuti in cui tende a scomparire ogni distanza tra chi produce e chi consuma informazione.

    Questo nuovo approccio alla rete — che in poco tempo è diventato business, come tutti i fenomeni sociali nati intorno e dentro la rete — affonda la sua essenza in due concetti: partecipazione e condivisione. Oppure social network, per chi ama gli inglesismi.

    Ogni utente della Rete può realizzare un video e condividerlo con tutti attraverso YouTube, ma se quel video è stato ripreso con il proprio telefono ed il contenuto è un avvenimento significativo, ecco che il video diventa informazione, ripresa a sua volta dai giornali “ufficiali” di tutto il mondo.

    Si producono enormi banche dati disponibili ed accessibili potenzialmente da tutti.

    Wikipedia, ad esempio, è l’enciclopedia del sapere, a cui può partecipare chiunque, non solo chi è giornalista od esperto. Ognuno può aggiungere o modificare una voce dell’enciclopedia.

    MySpace e FaceBook sono spazi in cui ognuno diventa in qualche modo un personaggio pubblico, condividendo quotidianamente i propri pensieri (ovviamente scritti e non solo). Uno spazio a cui partecipano e possono interagire fra loro tutti gli iscritti al servizio.

    E se tutto questo non vi basta, allora potete realizzare i vostri sogni attraverso una seconda vita. Siete stanco di essere un impiegato o una casalinga frustrata? Allora Second Life è la risposta ai vostri desideri. Un mondo virtuale 3D on-line, di proprietà della LindenLab, a cui ci si accede via Internet con un software scaricabile dal web, e si interagisce con i contenuti e con gli altri residenti tramite una rappresentazione digitale di noi stessi, chiamata avatar.

    Non c’è una narrazione prefissata, ma si è liberi di interagire e fare quello che si vuole.

    È l’apoteosi del cyberspazio ideato dallo scrittore canadese William Gibson, o se preferite è la realizzazione concreta di ciò che è stato prefigurato nel 1992 dallo scrittore Neal Stephenson in Snow crash, romanzo in cui si ipotizza — prima di Second Life — un Metaverso molto simile al prodotto della LindenLab.

    Un dubbio atroce mi assale. E se questa ingente mole di informazioni un giorno venisse usata contro la razza umana?

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  4. Certo che internet ha cambiato la vita...
    io posso parlare e vedere con la web mio figlio che è andato a lavorare in Francia

    Franco

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