sabato 24 gennaio 2009

Se dovesse capitare, spero ci sia qualcuno di buon cuore...

Ci sono nomi di persone che sono diventati simboli, non rappresentano più solamente la persona, rappresentano qualcosa per la società.
Eluana è uno di quelli.
Se dovesse capitarmi quello che è accaduto a lei, spero ci sia qualcuno di buon cuore che non faccia la scelta crudele di lasciarmi andare via senza un sorso di acqua - adoro l'acqua, fonte di vita.
Spero ci sia qualcuno di buon cuore che faccia almeno quello che abbiamo fatto per Tilly, il mio cane fedele. Quando abbiamo visto che eravamo alla fine, l'abbiamo avvolta in una calda coperta, in braccio e piangendo, l'abbiamo accompagnata - accarezzandola e parlandole - verso la sua meta, senza soffrire e cullata dalle nostre parole di affetto. La sera prima le avevamo dato il suo cibo preferito. Non ci è neppur lontanamente passato per la mente di lasciarla morire di fame e di sete e spero ci sia qualcuno di buon cuore, se dovesse capitare...
Lo so che è un post "difficile" ma qualche coraggioso/a ci sarà, per lasciare un commento?

23 commenti:

  1. Veramente un post difficile,
    bisognerebbe legalizzare l'eutanasia
    "letteralmente buona morte"
    Nel pensiero filosofico antico, essa indicava in genere una morte serena e consapevolmente accettata come naturale chiusura della vita.
    Il problema è, se uno è in coma quindi non è consapevole a chi la decisione?

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  2. Tutti dimenticano che meno di trent'anni fa nessuno si sarebbe posto queste domande, perchè Eluana non sarebbe sopravvissuta all'incidente che l'ha lasciata nelle condizioni in cui è ora: un corp attaccato a delle macchine. Senza quelle macchine, non ci sarebbe neanche quel corpo.
    Io so che non vorrei "esistere" per anni così, come un corpo inanimato attaccato a delle macchine, senza contatti col mondo, senza poter comunicare con i miei cari. Potrei accettare di essere a letto, in carrozzina, ma COSCIENTE, in grado di parlare, pensare, leggere, comunicare.
    Altrimenti che senso ha sopravivvere in quelle condizioni?
    Annamaria

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  3. In effetti, è difficile parlarne...
    Il punto centrale del tutto, secondo me, è: cos'è che è degno d'essere chiamato "vita"?
    Quella di Eluana è "vita"?
    Trovo che lascarla morire di fame o di sete sarebbe semplicemente assurdo... se la decisione finale è quella che lei deve morire, allora facciamola finire in maniera "cristiana", un'iniezione e via, niente crudeltà inutili e assurde...
    Il problema è che a differenza di altri Paesi come USA e Australia, qui in Italia non è ancora stato approvato il "living will", cosa che secondo me dovrebbe essere fatta al più presto, in maniera che ciascuno di noi possa avere il libero arbitrio su che cosa fare di se stesso anche in condizioni esteme come quella di Eluana.
    In caso contrario, secondo me bisognerebbe anche ascoltare il parere della gente che sta intorno a questa eprsona e che vive questa situazione... Io provo ad immedesimarmi nel papà di Eluana, e mi chiedo: ma quanto diamine starà soffrendo, quest'uomo? Perchè continuano a farlo soffrire? Davvero credono che stia meglio a vedere sua figlia così che non in una bara?
    La morte - o, nella fattiscpecie, la vita allo stato vegetativo - non ha alcun senso per chi ne è toccato, dal momento che non ne è più cosciente... e, allora, forse bisognerebbe pensare invece, più che a loro, alle persone che sono rimaste vicino, in vita... e che soffrono... più di quanto nessuno potrà mai immaginare...

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  4. @Maurizio
    Ho voluto fare una provocazione, perchè da un punto di vista umano non comprendo la strumentalizzazione (ideologica e politica) della sofferenza e mi sono domandata: dove portano le due strade? una al perdurare di uno stato, l'altra ad una fine crudele.
    C'è una terza strada - la sospensione delle cure mediche - di cui si parla molto poco.
    Non so rispondere alla domanda "a chi la decisione?", il testamento biologico potrebbe essere un primo passo.

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  5. @Annamaria
    grazie per aver voluto intervenire su un argomento così delicato.
    Prima di proporre questo tema ho esitato, mi sembrava una "invasione di campo" - lo considero un tema scomodo - direi che è comprensibile essere alla ricerca di distrazione e di svago.
    La tua osservazione va indietro nel tempo e non è sbagliato, potremmo anche muoverci nello spazio ed il risultato sarebbe lo stesso che hai suggerito: se fosse successo in un paese dove non esistono strutture mediche come quelle che possiamo offrire, il problema non si porrebbe.
    Sarebbe un esercizio utile ogni tanto spostarsi nel tempo e nello spazio per trovare le risposte che cerchiamo, liberandoci dalle "infrastrutture" che sono costruite intorno a noi,
    a presto, ciao
    Grazia

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  6. @Veggie @Grazia
    Premetto che prima di questo post non mi ero troppo interessato all'argomento "occhio non vede cuore non duole"
    Poi ho voluto approfondire l'argomento
    perchè c'erano tante cose che non mi tornavano,
    e ho scoperto che le cose non stanno come scrivete,
    non c'è nessuna spina da staccare, Eluana non è tenuta in vita artificialmente, ma solo nutrita e curata come si fa con un bambino piccolo o un vecchio non autosufficiente. Respira da sola, vede,non sappiamo se e quanto abbia una percezione della realtà,se imboccata mangia.La stessa mamma la imboccata per un pò di anni dopo l'incidente .
    C'e stata una mal informazione a che scopo non sò
    Riporto un post trovato su il Giorno che mi trova completamente daccordo
    "Ha ragione la regione Lombardia: se vogliono farla morire di fame, un ospedale, una clinica o una casa di cura non sono il luogo adatto. In cliniche, ospedali e case di cura le persone bisognose devono essere curate, non abbandonate a sè stesse. Se la portino a casa e la lascino morire di fame lì, davanti ai loro occhi, se ne hanno il coraggio."

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  7. @Veggie
    la domanda "che cosa è degno di essere chiamato vita" è centrale,
    anche se è difficile indicare limiti e regole e soprattutto indicare "chi" definisce se le condizioni di vita di un essere umano sono accettabili. Il "living will" - testamento biologico - è un passo che contribuisce a rendere pubblico quello che una persona desidera venga messo in atto in determinate condizioni - certo poi occorre saper interpretare (e qui anch'io penso valga la pena di ascoltare le persone più vicine) ed anche conoscere (e qui trovo indispensabile il parere di un medico con esperienze di casi di pazienti in coma).
    Difficile questa conversazione,
    certo non pretende di essere risolutiva, ma almeno di analizzare con pacatezza gli aspetti di questo complicato problema.

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  8. @Maurizio
    aspetta, riepiloghiamo: se leggi il mio post esprimo - forse provocatoriamente - il profondo disaccodo sulla pratica crudele di togliere cibo ed acqua (sondino e flebo) ad una persona.
    Peraltro la vicenda di Eluana è stata strumentalizzata sia da un punto di vista ideologico che politico e poca considerazione è stata posta sulla vicenda umana di questa ragazza.
    Se hai pazienza, su questo argomento, aggiungo un "commento" più tardi
    Grazia

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  9. @Veggie
    volevo segnalarti che ha scritto Maurizio in e-mail, la sua risposta non era indirizzata a te bensì ad Annamaria,
    come sapete, non ho la possibilità di correggere i commenti quindi ho scritto qui...
    un saluto a tutti
    Grazia

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  10. @Maurizio
    volevo solo aggiungere qualche parola su come è stata trattata questa dolorosa vicenda: dopo anni di dibattiti e discussioni infinite, non solo non è stata trovata una soluzione a questo caso in particolare (che rischia di concludersi come quello tristissimo di Terry Schiavo) ma pare non è servito ad un confronto utile per risolvere altri casi simili attuali o futuri.
    Personalmente mi sento vicina al modo di pensare del Cardinale Carlo Maria Martini che in una intervista al Sole 24 ore ha detto: "La crescente capacità terapeutica della medicina consente di protrarre la vita in condizioni un tempo impensabili. Senz'altro il progresso medico è assai positivo. Ma nello stesso tempo le nuove tecnologie che permettono interventi sempre più efficaci sul corpo umano richiedono un supplemento di saggezza per non prolungare i trattamenti quando non giovano più alla persona".

    un saluto
    Grazia

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  11. non mi faccio un opinione su questo caso..... io non potrei mai vedere mia figlia 17 anni in un letto... io non la potrei vedere ... io morirei dal dolore.... e me la porterei via con me .... potessi abbraccerei suo padre.... il mondo che lo ostacola è lo stesso che non muove un dito di fronte a migliaia di bambini che muoiono di fame... io non ho il coraggio la forza e la voglia di giudicare dove è il bene dove è il male penso a lui che si alza tutte le mattine e sa che eluana non potrà mai più avere una vita normale.... penso a quelli che si ergono a difesa della vita.... e provo un disprezzo totale perchè una famiglia così non ha bisogno di nemici ma di aiuto.... e noi non stiamo aiutandoli noi nella nostra comoda vita ci permettiamo di dire cosa DEVONO O NON DEVONO fare.....

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  12. ...... scusate forse sono stato troppo duro.... ognuno può avere problemi e "nella nostra comoda vita" non è l'espressione adatta..... però sono stanco di sentire gente indignata per questo caso... gente che parla di rispetto della vita... di difesa della vita... mi consolo che non sono il solo a pensare che la famiglia di Eluana è la sola che sa cosa vuol dire avere una figlia in un letto per 17 anni..

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  13. @Luciano
    Il tuo commento è toccante perchè ha espresso - pensando al dolore di un padre come tu lo hai immaginato in prima persona - quello che un uomo può sentire, anche in termini di impotenza di fronte ad un fatto così grave. Forse la "comoda vita" andava fuori tema per Eluana, ma non per il richiamo a quello che succede ogni giorno - sotto i nostri occhi -
    Se hai tempo vai a vedere il post "Non solo c'è una crisi umanitaria a Gaza, c'è una crisi nell'umanità globale", è uno degli argomenti che definisco "scomodi" (come vedrai c'è un solo commento)...
    grazie
    Grazia

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  14. @Luciano @Grazia

    La condizione di Eluana ci interroga sul confine tra la vita e la morte
    Ebbene io credo che davanti agli interrogativi drammatici, ma ineludibili, che solleva la vita e la morte, la cosa più sterile sia proprio la contrapposizione e la colpevolizzazione di chi la pensa diversamente da noi.
    Era inevitabile un certo sciacallaggio mediatico, e difatti così è stato.
    Vi ricordo che
    dall’altra parte dell’oceano un altro padre, il papà di Therese Marie Schindler alias Terri Schiavo dal cognome del marito, e che drammaticamente si era trovato in una situazione simile a quella del padre di Eluana, aveva fatto sapere di voler incontrare il sig. Englaro per dissuaderlo.
    Probabilmente essi sono facce diverse della stessa medaglia, la medaglia del dolore, con due diverse facce dell’amore che, nella differenza dei casi trova più opportuna una scelta oppure l’altra.

    Una critica sottile nei confronti dei mezzi di informazione e del padre, che mostrano sempre immagini di Eluana quando era ragazzina, lasciando supporre uno stato attuale di completo disfacimento fisico, che invece non corrisponderebbe alla realtà.

    Avremmo invece tanto bisogno che i politici facessero il loro lavoro che è quello di fare le leggi colmando così un vuoto normativo, anzicché o contrapporsi in nome della dialettica politica, o defilarsela, in un colpevole silenzio omissivo, in nome della opportunità politica del momento.

    Rimango della mia idea che gli ospedali le cliniche e le case di cura non siano i posti per fare morire volontariamente una persona se deve essere, che muoia in pace nel suo letto

    Ecco le istruzioni del Tribunale per fare morire Eluana:
    Nell'ultima pagina del provvedimento col quale la Corte d'Appello di Milano autorizza la sospensione dell'alimentazione forzata a Eluana Englaro, i giudici scrivono anche una sorta di 'prontuario' al quale attenersi nel momento in cui si "staccherà la spina" che tiene in vita la giovane.
    Nel paragrafo intitolato "disposizioni accessorie cui attenersi in fase attuativa", i giudici scrivono: "(...) in accordo con il personale medico e paramedico che attualmente assiste o verrà chiamato ad assistere Eluana, occorrerà fare in modo che l'interruzione del trattamento di alimentazione e idratazione artificiale con sondino naso-gastrico, la sospensione dell'erogazione di presidi medici collaterali (antibiotici o antinfiammatori ecc.) o di altre procedure di assistenza strumentale avvengano in hospice o altro luogo di ricovero confacente. (...)
    Durante il periodo in cui la sua vita si prolungherà dopo la sospensione del trattamento e in modo da rendere sempre possibili le visite, la presenza e l'assistenza, almeno dei suoi più stretti familiari".

    Termino qui pensando che sia stata una scelta decisamente difficile e meditata comunque
    un padre che anch’io, come scrive il sig. Luciano non ho voglia di giudicare …, ma solo di abbracciare.

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  15. Quando scrivevo "Se dovesse capitare, spero ci sia qualcuno di buon cuore..." mi riferivo alla scelta di far morire un essere umano con la disidratazione e l'eliminazione dell’alimentazione.
    Nel caso di Eluana Englaro non c’è solo questo aspetto e soprattutto ci sono "tante cose che non tornano" che vorrei condividere con voi (grazie per i contributi che sono arrivati numerosi).
    La prima è che se Eluana è sopravvissuta diciassette anni ciò significa che è animata da una voglia di vivere straordinaria, perché quando non si desidera più vivere, il corpo ed il cervello inviano segnali inequivocabili. Se per diciassette lunghissimi anni ha lottato per la sua vita, deve essere veramente una persona determinata e decisa, come dicono coloro che l’hanno conosciuta.
    La seconda - e qui mi riferisco ad una eventuale legge sul testamento biologico - è che non esiste il suo testamento biologico, esiste un padre che ritiene giusto porre termine alla vita ed alle sofferenze della figlia.
    Non condivido questa visione “proprietaria” dei figli, ricordo sempre la poesia di Gibran: “I vostri figli non sono figli vostri. Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di se stessa. Essi vengono attraverso voi ma non da voi, e sebbene siano con voi non vi appartengono. Potete donare loro il vostro amore ma non i vostri pensieri. Poiché hanno pensieri loro propri. Potete dare rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime, giacchè le loro anime albergano nella casa di domani, che voi non potete visitare neppure in sogno."
    La terza è relativa ancora a questi lunghi anni: Eluana li ha passati presso una casa di cura gestita da personale religioso, perchè lì è stata posta dai suoi genitori. Molte famiglie hanno scelto di accudire i propri cari nella loro casa e considero questa scelta la più “umana” anche se fonte di disagio per chi se ne fa carico.

    Queste considerazioni non vogliono essere contrapposizioni o colpevolizzazioni, ma solo un contributo personale a questo caso così doloroso, Eluana è entrata con il suo silenzio "che noi non possiamo visitare neppure in sogno" nei cuori di tante persone...

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  16. è tutto giusto... ma mi chiedo possiamo considerare VITA la condizione di Eluana? possiamo chiedere ai genitori di Eluana di vegliarla per 17 anni giorno e notte?? e per quanti anni ancora? e quando loro non ci saranno più?? i figli non sono proprietà sono d'accordissimo ma non possono essere delle colpe da espiare.... credo non sia umano vivere così non può esserlo non lo ritengo possibile... mi domando nella mia ignoranza i muscoli? i nervi? le ossa? i denti? 17 anni in un letto .... perchè quelle foto di quella bellissima ragazza sempre in tutti i tg ... come SOPRAVVIVE adesso eluana? va lavata tutti i giorni... va carezzata.. va cambiata... coccolata... questo sacrificio ha uno scopo un fine?? può guarire? ammesso che un giorno riapra gli occhi potrà mai tornare normale ... forse non potrà più nemmeno avere vicino quei poveri genitori...ringraziarli... e più mi pongo domande e più ritengo che quello che accade non è normale... perchè la medicina deve aiutare a vivere in questo stato ma non deve aiutare a sconfiggere le malattie con ricerche considerate immorali??... siamo al solito dilemma cosa è giusto fare e cosa non è giusto... rispetto tutte le opinioni delle persone che hanno amato Eluana.... ma basta con questi schifosi che le danzano attorno per avere visibilità BASTA!! vogliamo lasciarla "vivere" in pace... ecco lasciamola "vivere" in pace... io credo che la sua pace non sia in quel letto... e mi auguro di esser nel giusto perchè non ci sarebbe pena peggiore per un essere umano di essere cosciente della propria incoscienza... Dormi Eluana chiudi quegli occhi e dormi...

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  17. le parole di Luciano sono più o meno le parole del vescovo di Foggia..
    sinceramente non lo conosco il vescovo di Foggia, non l'ho mai visto ma senz'altro è una voce fuori dal coro e mi piace darle un peso.
    In ogno caso l'argomento è difficile perchè non solo non esiste una parte "giusta" ma soprattutto perchè ogni parere potrebbe diventare un'offesa se formulato male, se espresso con troppa convinzione.
    E' giusto che ognuno abbia le sue idee..è giusto che ognuno spartisca le sue convinzioni con i principi che gli appartengono, la religione che gli da conforto, le esperienze che ha vissuto...
    Probabilmente un padre vivrà tutto in maniera diversa, un cattolico crederà fermamente nel diritto di non interrompere una vita..e così via..
    Io non lo so cosa pensare..non lo so proprio..
    Certo è che mi fa arrabbiare tutto questo..
    mi fa arrabbiare tutto il rumore dei giornali, tutti quelle telecamere puntate..
    ho sempre creduto nella saggezza popolare delle mie parti che stabilisce che non si debba guardare mai negli occhi un uomo che soffre..e qui adesso ci sono solo persone che soffrono..
    Cosi penso all'articolo che ha citato Maurizio:
    "Se la portino a casa e la lascino morire di fame lì, davanti ai loro occhi, se ne hanno il coraggio"...no ma dico..chi diavolo è quest'idiota?!
    Chi è per giudicare? Chi è per buttare fango, per aggredire ed umiliare un uomo che di coraggio ne ha avuto da vendere per tutti questi anni.
    Non credo ai giudizi di chi non vive queste esperienze. Cosa ne sa l'esimio giornalista di cosa significa vivere così, alzarsi ogni mattina e vivere con tua figlia che è li, ferma, immobile, indifesa e che senza di te non potrebbe vivere.

    E cosi penso ai politici, che vogliono fare il "decreto salva Eluana"...
    Non sono capaci di dimezzarsi lo stipendi quando chi gli vive affianco muore di fame e adesso sono diventati tutti così giusti, cosi buoni, così ispirati da una sana morale.
    Non ci credo a loro..non credo a chi giudica e offende, e preferisco il silenzio ed il rispetto per la dignità di persone che sono state travolte da un destino crudele.
    Ora qui possiamo dire di tutto..ognuno la propria idea..ognuno può dire cosa è giusto e sbagliato in base a ciò che meglio crede...
    Ma tutto questo non diminuirà il dolore di quel padre e non renderà meno pesante la sua vita.
    Credo che quell'uomo porterà con sè un dolore straziante e di sicuro se lo porterà per tutta la vita..ma adesso lasciamolo decidere in pace.
    Chi siamo per andare contro la decisione di un giudice, chi siamo per andare contro il volere di quell'uomo, chi siamo per giudicare e offendere.
    Non mi riferisco a nessuna delle persone intervenute qui ma a tutti quelli che hanno dato il meglio di sè criticando, diventando esperti del bene e del male, di cosa è vita e cos'è morte, di cosa è giusto e cosa è sbagliato.
    A volte le idee perdono importanza, e prende senso tutto quello che irrazionale.
    Parlo di solidarietà, dolore, dignità e silenzio.
    Io non giudico perchè un giudizio è stato già dato e perchè credo che non spetti a me la decisione ne la critica..
    semplicemente credo che il mio giudizio non arricchirà nessuno in questo caso così lo tengo per me...ma certo è che tutti quelli che salgono svelti sul carro della popolarità cavalcando il dolore di queste persone hanno tutto il mio disprezzo.
    Francesco

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  18. @Luciano
    Secondo mè c'è qualcosa che sfugge in questa vicenda "non vi sembra"
    Ricapitoliamo;
    Chi ha curato Eluana;

    Eluana è stata vegliata dalle suore
    della clinica Beato Luigi Talamoni, e loro sono pronte a riprendersela,
    Ecco una dichiarazione di suor Albina - Se vuole riportare Eluana da noi siamo pronti ad accoglierla, lei è sempre nostra figlia, è nel nostro cuore.
    Più volte le suore Misericordine avevano detto a papà Beppino: "se considera la figlia morta la lasci a noi".

    La morte di Eluana;

    Mi chiedo un medico può dopo avere fatto il giuramento "di cui riporto le frasi"
    deliberatamente togliere la vita?

    "Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro:

    di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento;

    di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;

    di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di un paziente;

    di attenermi alla mia attività ai principi etici della solidarietà umana, contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze;

    di prestare la mia opera con diligenza, perizia, e prudenza secondo scienza e coscienza ed osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione;

    di affidare la mia reputazione esclusivamente alla mia capacità professionale ed alle mie doti morali;

    di evitare, anche al di fuori dell' esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il prestigio e la dignità della professione;

    di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;

    di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità condizione sociale e ideologia politica;

    di prestare assistenza d' urgenza a qualsiasi infermo che ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità a disposizione dell'Autorità competente;

    di rispettare e facilitare in ogni caso il diritto del malato alla libera scelta del suo medico, tenuto conto che il rapporto tra medico e paziente è fondato sulla fiducia e in ogni caso sul reciproco rispetto;

    di osservare il segreto su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato;

    di astenermi dall'"accanimento" diagnostico e terapeutico."

    e non ditemi che c'è accanimento terapeutico perchè non è vero.

    Qui un sunto tratto da Avvenire intervista al Giuliano Dolce, direttore scientifico della clinica Sant’Anna di Crotone scienziato di fama internazionale, uno dei luminari italiani nella cura degli stati vegetativi.

    Il quale precisa: «Non parlo per sentito dire. Ho visitato Eluana lo scorso gennaio, d’accordo con la famiglia e i legali. Ho visto che è stata curata bene e con molto affetto dalle suore. Per questo affermo che, quando le verrà tolto il sondino per l’alimentazione, ci vorranno almeno due settimane prima che arrivi la morte. Il suo sarà un viaggio lungo, come accadde per la povera Terry Schiavo negli Stati Uniti qualche anno fa ».

    Una persona in coma soffre se le viene tolta l’alimentazione?

    «Si, la sofferenza fisica è scientificamente provata nei pazienti in stato vegetativo. L’incredibile sentenza del tribunale di Milano presenta comunque diversi aspetti contraddittori dal punto di vista medico » .

    Quali?

    «A mio avviso la contraddizione scatta nel punto in cui viene comunque imposta, oltre che un’indispensabile umidificazione frequente delle mucose con l’ovatta bagnata sulle labbra, anche una somministrazione di ‘ sostanze idonee ad eliminare l’eventuale disagio da carenza di liquidi’. Tradotto, la paziente deve essere idratata per evitarle sofferenza. Quindi non morirà di sete, ma di fame. E voglio vedere dove troverà un posto che la ospiterà pr morire. Non è un caso di eutanasia, perché, ad esempio, in Olanda si essa viene praticata su un malato che soffre molto e negli ultimi giorni della sua esistenza e ne fa richiesta. Questo è un omicidio e dal punto di vista deontologico per un medico è inaccettabile » .

    Il punto è: alimentazione e idratazione sono o no un atto terapeutico?

    «No. In Francia e Germania sono un atto dovuto per legge. In Italia la legge la sta facendo il tribunale di Milano e non il Parlamento e contrasta con quanto deciso dalla Commissione nazionale di bioetica. Eluana è come un neonato: se le togli il latte muore perché non è in grado di alimentarsi da sola. Come si può dire che nutrirla è un atto di cura? Clinicamente non è malata, è un paziente guarito con difetto » .

    Cosa significa?

    «La ragazza è in coma per una cerebropatia grave causata da un incidente stradale. Dopo un anno in medicina chi sopravvive è considerato clinicamente guarito. Quindi non viene più curato, ma sottoposto a nursing, cioè alla nutrizione, alla riabilitazione passiva quotidiana e alle cure che pre­vengono, ad esempio, le piaghe da decubito. Ma è guarito con difetto, nel suo caso gravissimo, perché non ha ripreso coscienza. Quindi va considerata una disabile, probabilmente sulla frontiera estrema della disabilità. La sentenza si basa sulle teorie di chi sostiene che la vita in stato vegetativo sia peggiore della morte. Invece per me, che mi occupo di questi pazienti da molto tempo, è vita vera. Al momento la donna ha una sua vita sociale, è assistita da una suora che le vuole bene e che quando la ragazza se ne andrà probabilmente soffrirà moltissimo. La famiglia e gli amici la vanno a visitare, le fanno sentire affetto, non è sola. Non ci manda segnali, ma chi sa cosa prova in silenzio davanti a questo amore? » .



    Eluana Englaro è in stato vegetativo da 16 anni. C’è un limite temporale oltre il quale non ci si risveglia?

    «Non si può dirlo con cognizione scientifica. All’ultimo convegno mondiale sui danni cerebrali di Lisbona, in aprile, è stato citato il caso di un paziente statunitense che si è risvegliato dopo 18 anni. In letteratura ci sono molti esempi di persone risvegliatesi dopo molto tempo. Superati i primi due anni di coma, si può sopravvivere a lungo. È superato il termine di stati vegetativi ‘ permanenti’ usato nella sentenza milanese, la definizione corretta è ‘ persistenti’. Perciò per la nostra professione l’esecuzione della sentenza è pericolosa, perché potrebbe lasciare a qualcuno, medico o giudice, il potere di stabilire quando finisce la vita, varcando frontiere etiche e di civiltà » .

    Quanti sono i pazienti in stati vegetativo in Italia?

    «Diverse migliaia, impossibile stabilirlo in mancanza di una banca dati. Nel 2005 erano 2500, un terzo bambini. L’incidenza è di 1800 nuovi casi all’anno. La Lombardia ad esempio tre mesi fa ha approvato la creazione di 500 nuovi posti letto in hospice. Oltre ai pazienti in coma per trauma, ci sono quelli il cui cervello è rimasto danneggiato per mancanza di ossigeno, chi ha avuto un ictus, chi un infarto. Gli ultimi anni di vita dei malati di Alzheimer spesso vengono trascorsi in stato vegetativo. Dopo Eluana potrebbero verificarsi molti casi » .

    Il professore Giuliano Dolce è un luminare nella cura degli stati vegetativi. La giovane lecchese, spiega, morirà di fame e il dolore fisico in questi pazienti è dimostrato in maniera scientifica.

    Questo, conclude, è omicidio

    Io aggiungo ,ci sono delle persone che terrebbero i loro cari morti il più a lungo possibile
    prima di seppellirli talmente è l'affetto che provano.


    Per terminare non vi viene un dubbio che dietro ci sia qualcosa d'altro?
    che serva per creare un precedente? o qualcosa d'altro che solo al pensiero mi fa rabbrividire?

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  19. @Francesco
    ciao, oggi metterei un titolo diverso al post e sceglierei una sola parola "Dubbi".
    I commenti ricevuti - ma anche quelli letti su quotidiani o ascoltati in televisione - esprimono poche certezze e molti dubbi, anche tu scrivi "non so..."
    Per quanto riguarda Monsignor Casale ho letto ieri alcune dichiarazioni: qualcosa che lui ha detto va "contro corrente" rispetto alle indicazioni del Vaticano, non in generale, perchè la maggior parte delle persone pensa sia giusto quanto deciso dal padre di Eluana.

    Oggi ho trovato invece contro corrente le parole di Enzo Jannacci che definisce lo stato di Eluana "coma vigile" e parla di "sonno misterioso" ed esprime il suo sentire di padre
    "Fosse mio figlio mi basterebbe un battito delle ciglia a farmelo sentire vivo" e di medico: "Io da medico ragiono esattamente così: la vita è sempre importante, non soltanto quando è attraente ed emozionante, ma anche se si presenta inerme e indifesa".

    Ognuno di noi ha una diversa sensibilità - sembra che anche a te non manca - c'è una frase che hai scritto quando parli di Eluana e la definisci "...indifesa e che senza di te non potrebbe vivere".

    Un'ultima cosa, e qui vado fuori tema:
    quando vengono messi commenti qui, non avendo previsto moderazione e censura, essi vengono pubblicati immediatamente.
    Nel tuo c'è una parola di troppo, ti chiedo la prossima volta di sostituirla con dei puntini di sospensione...

    un saluto e grazie per aver scelto questo tema per intervenire, a presto
    Grazia

    RispondiElimina
  20. @Francesco
    Per rispondere
    alla tua domanda "su chi siamo per andare contro la decisione di un giudice",
    uso delle frasi tratte dal sito di
    Salvatore Crisafulli
    http://www.salvatorecrisafulli.it/
    "Se avete un pò di tempo e coraggio andate a vedere"

    La Sentenza di Morte emessa dal Tribunale di Milano nei confronti di Eluana Englaro è veramente agghiacciante, fa venire i brividi cancellando definitivamente le nostre speranze e condannando duramente tutti i disabili gravissimi, mi chiedo cosa ne sanno i Tribunali e la Scienza Medica dello Stato Vegetativo? di cosa si sono accertati? esistono dei parametri! e dei criteri validi per confermarne l'irreversibilità?
    Assolutamente NO.

    Durante il mio stato vegetativo io avvertivo e sentivo di avere fame e sete, non avvertivo solamente il sapore del cibo,
    Io sentivo ma nessuno mi capiva.
    Questa sentenza di morte emessa nei confronti di Eluana Englaro è veramente una sentenza agghiacciante, se applicata, si inizia la nuova era dell'eutanasia con l'eliminazione di tutti i disabili gravissimi che aspettano e sperano anche nella scienza.

    Sì, la vita, quel dono originale, irripetibile e divino che non basta la legge o un camice bianco a togliercela, addirittura, chissà come, a fin di bene, con empietà travestita di finta dolcezza.
    Credetemi, la vita è degna d’essere vissuta sempre, anche da paralizzato, anche da intubato, anche da febbricitante e piagato.

    Signor Presidente della Repubblica, solo il suo intervento (ma con i fatti) potrà evitare ulteriori richiste di eutanasia, in alternativa ordini di chiudere tutti i reparti di rianimazione.

    Salvatore Crisafulli

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  21. A Maurizio
    Per quanto possa contare, per quanto lei possa darle importanza credo che con le sue parole nell'ultimo intervento si contraddica..e le spiego perchè.
    Lei dice:
    "Se avete un pò di tempo e coraggio andate a vedere" riferendosi alle testimonianze di Salvatore Crisafulli.
    Bene io 'ho avuto coraggio' e ho visitato il sito del signor Crisafulli.
    Anzi la ringrazio perchè non fosse stato per lei ancora adesso non conoscerei la storia di quell'uomo, le sue idee, i suoi scritti.
    Però credo sia quantomeno contraddittorio dire "se avete coraggio" per uno come lei che dice di essere convinto dell'importanza del dibattito.
    Se davvero vede il dibattito come strumento di espressione del pensiero dal quale può derivare il reciproco arricchimento come fa a dire 'se avete il coraggio'?
    Se crede che i suoi interlocutori non abbiano il coraggio delle proprie opinioni come fa a farsi portatore della convinzione che dibattito significhi reciproco arricchimento.
    Io non me lo so spiegare.
    Magari sarà stata un'altra provocazione come quella del primo post che ho commentato...non lo so..comunque confidando nella sua buona fede e nella mia convinzione dell'importanza del contradditorio ho ritenuto di esporle la mia idea.

    A tutti
    Io ci sto pensando, forse troppo e sinceramente è un pensiero che mi mortifica.
    Non ho neanche vent'anni e sono disperato all'idea di questa parte di mondo che prima non conoscevo.
    Sono disperato all'idea di proiettarmi in quella situazione..è così fantastica la mia vita così com'è.
    E così volevo dire a tutti quelli che criticano aspramente la decisione del padre di Eluana, quelli che la vogliono salvare..beh, non credete che il rispetto per la vita sia una vostra prerogativa.
    Io amo la vita, la ama anche il signor Luciano ed anche il padre di Eluana..di un amore tanto forte quanto il vostro.
    Io impazzisco di gioia pensando a tutto quello che faccio e che posso fare.
    Domani mi alzerò presto e andando al lavoro ci sarà il sole che sorge dietro le case del mio paesino ed io sarò sorpreso come la prima volta.
    Tra poco ho il mio primo esame universitario orale e sono impaziente di vedere che emozioni si provano.
    Tra qualche mese sarà primavera...adoro la primavera.
    Mi alleno tre volte a settimana per tutto l'anno da cinque anni. Il mio allenamento consiste per lo più in 8 Km di corsa tra le campagne del mio Paese...
    Dovreste vederlo..è stupendo...
    Cambia colore quando cambiano le stagioni.
    Sono felice se penso che anche quest'anno tra un paio di mesi mi fermerò a prendere le ciliege da quell'albero che ad aprile diventa rosso..
    Quell'albero è più vecchio di me e sono contento se penso che potrà nutrire anche chi verrà dopo di me.
    Sono felice se penso che tra poco andrò a pranzo con i miei.. la domenica mangiamo sempre un pò di più..a tavola si scherza, si guarda il tg e ci si confronta..Mio padre è rimasto un bambinone e sta sempre a scherzare..dovreste vedere pure lui.
    Sono felice pure se penso che oggi incontrerò i miei amici...sono tutti così diversi da me ed è bello sentire cosa hanno da raccontarmi.
    Amo la vita ed ho così tante cose da fare..
    Mi devo innamorare ancora, ammesso che quello che ho provato fino ad ora sia vero innamoramento..
    Devo conoscere centinaia di persone..
    Devo realizzare migliaia di sogni e so che comunque potrò lottare per farlo..dispongo di me stesso, della mia persona, della mia forza.

    E cosi ci penso a cosa sta succedendo, a quello che può accadere.
    Così penso a voi così certi di cosa è bene e di cosa non lo è.
    Ebbene non vi critico..anzi vi invidio.
    Vorrei avere la vostra fede che mi dica cosa è bene e cosa è male, vorrei avere le vostre convinzioni a dirmi che questo è giusto e questo non lo è.
    Mi sembrate così esperti..
    Vorrei avere la vostra sicurezza e poter dire:
    se mi ritroverò io in quella situazione vorrei continuare a vivere, anche se da 17 anni la mia vita non è più mia.
    Vorrei essere certo come lo siete voi che se magari avrò un figlio, e se questo sarà così sfortunato io sarò capace di accudirlo fino al mio ultimo giorno..
    Mi chiedo come fate?
    Come si fa ad essere così certi, sicuri, superiori ai dubbi di ogni uomo.
    Così non vi critico ma vi invidio..
    forse col tempo ci sarà un posto anche per me in quella vostra 'Torre d'avorio' come la chiamavano i romantici, al di sopra delle così terrene vicende umane.

    A Grazia
    Mi dispiace per la parola di troppo dell'intervento precedente.
    Chiedo scusa, ma era il termine più moderato che sono riuscito a trovare per qualificare quel giornalista.
    Non si ripeterà

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  22. @Francesco
    hai fatto una descrizione bellissima della tua vita e vorrei dirti che sono io che ti invidio: la primavera, le corse nelle campagne, gli studi e gli esami, le ciliege, la famiglia, gli amici.

    Non credo che il rispetto per la vita sia una prerogativa di alcuni, ci sono modi diversi per rispettarla. Parecchi anni fa ho letto un libro di Albert Schweitzer che si intitola "Rispetto per la vita", ti posso scrivere un suo pensiero? "Sedevo assorto sul punto della chiatta, lambiccandomi il cervello alla ricerca del concetto elementare ed universale dell'etica, che non avevo trovato in nessuna filosofia. La sera del terzo giorno, mentre passavamo in mezzo ad un branco di ippopotami, mi balzò d'improvviso in mente, senza che me l'aspettassi, l'espressione "rispetto per la vita".

    Non ho trovato nelle persone grandi certezze in merito all'argomento che stiamo trattando, siamo tutti abbastanza fragili e impreparati, stiamo parlando di cose che accadono ad altre persone...diverso è quando questi fatti ti sfiorano e ti toccano da vicino. Per questo motivo ieri ho pubblicato un altro post "Tre parole per Eluana" appunto cercando di vedere questi fatti con gli occhi di chi li vive in prima persona.

    Se hai tempo, leggi i commenti, c'è una tua frase che ho riportato che coglie il cuore del tema...

    ciao, a presto
    Grazia

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  23. @Francesco

    "Ho usato la parola coraggio come provocazione per incuriosire i lettori del blog e spingerli ad andare nel sito di Crisafulli
    e una volta entrati e visto di cosa si trattava penso ci sia voluto coraggio per leggere e vedere il filmato
    Se ci sono riuscito significa che ho usato il termine giusto

    Riposa in pace Eluana

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