giovedì 26 febbraio 2009

Crisi e recessione: una nuova etica...solo per economia e finanza?

«È forse giunto il momento di una nuova ed approfondita riflessione sul senso dell'economia e dei suoi fini. ... Un'economia che non consideri la dimensione etica... non può di per sé dirsi neppure "economia", intesa nel senso di una razionale e benefica gestione della ricchezza materiale». Dunque, potremmo pensare ad una dichiarazione di questi giorni, invece era il 1 gennaio 2000 e Papa Wojtyla scriveva un messaggio nel quale affrontava le tematiche del nuovo millennio, e dedicava una parte di questo documento «...all'urgenza di un ripensamento dell'economia».

La dimensione etica.

In ambito finanziario, abbiamo ascoltato molte voci in questo senso: Angela Merkel, al Forum Internazionale dell'economia di Davos, propone una «Carta per un nuovo ordine globale», Nicholas Sarkozy sostiene che «il capitalismo finanziario deve avere un maggior senso etico», e Barack Obama, al momento del suo insediamento quale Presidente degli Stati Uniti d'America, dice: «Renderò il mio governo aperto e trasparente».
Il dibattito si allarga al mondo della scienza dove i continui progressi creano zone d'ombra, complesse da decifrare, che ci pongono problemi etici: siamo rimasti tutti coinvolti nella vita di Eluana e, lei, con il suo silenzio, è entrata nelle nostre "stanze chiuse", cogliendoci impreparati, insicuri delle nostre convinzioni, alla ricerca di risposte.
Certo, Umberto Veronesi, fondatore del primo comitato di bioetica in Italia, propone una «Camera alta per l'etica della Scienza», ma è sufficiente un organismo di riferimento per avere risposte?
Ormai lo sappiamo, il mondo occidentale è in recessione, sembrano passati anni da quando questa parola è entrata nelle nostre case, da quando a fine settembre, nel primo post dedicato alla crisi economica, Carol nel suo commento scriveva: «Etica: questa parola (ormai) sconosciuta...».
I periodi di crisi sono terreno fecondo per cambiamenti ed innovazioni: occorre avere il coraggio di guardare con occhi nuovi il mondo che ci circonda per fare un salto di paradigma, anche etico.
(Immagine: "La creazione dell'uomo" Marc Chagall)

2 commenti:

  1. Esco forse un pò fuori tema, ma mi riallaccio alla tua frase "I periodi di crisi sono terreno fecondo per cambiamenti ed innovazioni"sperando che veramente ci siamo dei cambiamenti coraggiosi, senza fare la solita demagogia.
    La magistratura deve condannare i colpevoli "in tempi brevissimi", per dare fiducia alle persone, non rimetterle subito in libertà in questo paese dove si difendono i deliquenti e viene persequito chi si difende.
    Avete letto quello che hanno fatto in Cina per lo scandalo latte alla melamina? per i colpevoli patibolo ed ergastolo.
    Parlo di deliquenti che uccidono, stuprano, per pochi euro sono disposti a tutto e con la crisi che avanza sarà sempre peggio,
    Con 4 milioni di extracomunitari "regolari" - e si calcola circa un milione di quelli irregolari - "avete sentito che i pronto soccorso degli ospedali hanno rilevato una diminuzione del 20% delle prestazioni ambulatoriali "dopo la nuova legge sulla denuncia dei clandestini?",
    con la diminuizione dei posti di lavoro, si stà creando una situzione insostenibile.
    Sono stato all'ospedale di Monza San Gerardo: c'erano - non esagero - una cinquantina di extracomunitari nel parcheggio a vendere collanine e oggettistica varia, con una insistenza al limite della molestia. .
    Chi c'è stato, sa di cosa sto parlando.
    E anche se è vero che il termine etica distingue i comportamenti umani in buoni, giusti, o moralmente leciti, si può definire etica la ricerca per gestire adeguatamente la propria libertà e in queste condizioni non vedo spiraglio di uscita.
    Secondo il calendario Maya nel Dicembre 2012 ci sarà la fine del mondo, se cosi fosse, questo mondo come lo conosciamo, meriterebbe di scomparire,
    Spero di sbagliarmi

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  2. @Maurizio
    Una visione diversa può portare al cambio di paradigma di cui parlavo: scienza e tecnologia hanno prodotto cambiamenti determinanti; sono venuti a mancare i riferimenti a valori etici, quindi stiamo "navigando" con strumenti nuovi, senza conoscere la destinazione.
    Questo mondo, come lo conosciamo, forse merita di scomparire, ma ne facciamo parte e le scelte che ognuno di noi compie incidono, se pur in minima parte, su quello che sarà il risultato.
    Non possiamo aspettare che i cambiamenti vengano dai governi o da un'astratta visione di società, penso che ognuno debba iniziare con quelli che può apportare nella sua vita,
    ciao

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