L'intervista di Enzo Jannacci, rilasciata nei giorni scorsi al quotidiano Avvenire, avrà destato meraviglia in molti dei suoi fans: in realtà egli ha spiegato, in modo più ampio e diretto, il suo pensiero e quanto aveva detto sul caso di Eluana, nell'intervista di febbraio al Corriere della Sera.
"Ci vorrebbe una carezza del Nazareno".
Qualcuno aveva intravisto nelle parole dedicate ad Eluana, le sue idee di medico, magari quelle di padre. Per me la sorpresa era stata grande, perchè il segnale che trasmettevano era molto chiaro; non mi ha meravigliato, quindi, leggere le sue dichiarazioni, questa settimana.
Dopo una vita di medico e cantautore, Enzo Jannacci ci ha trasmesso la sintesi del suo pensiero circa la vita, nel caso di Eluana come in quello degli emigranti: "Una vita va salvata sempre, prima la si accoglie e la si rianima e poi magari si gioca con il diritto internazionale per il rimpatrio. Come medico, io dico che la vita – passatemi l’espressione – è una condanna a morte: è inevitabile, sono stato per anni intorno ai letti della terapia intensiva e dei reparti di rianimazione per averne un’idea diversa, ma sempre come medico e come uomo dico anche che salvare una vita è come salvare il mondo."
"Salvare una vita è come salvare il mondo"... parole bellissime ed assolutamente vere. Anche perchè, che senso può avre la scienza se poi non riesce a salvare una vita?
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