venerdì 15 gennaio 2010

"Come ogni cosa ignora Serena il disastro!" W. H. Auden


A volte capita di non trovare le parole, pur avendone lette ed ascoltate tante. Quelle che voglio proporvi per descrivere i sentimenti suscitati da quanto sta accadendo ad Haiti non le ho sentite in un servizio al telegiornale, né lette sulla Rete. Una poesia e un’immagine mi sono state suggerite ieri da una persona di cui non scrivo il nome, solo l’età: -diciotto-.







P. Bruegel, "La caduta di Icaro"


-Diciotto- sostiene che non sempre serve cercare le parole,
qualche volta sono loro a cercare noi.
E queste sono proprio le espressioni che non riuscivo a trovare.


 
"Musée Des Beaux Arts"
Dalla raccolta “Another Time” - W. H. Auden

About suffering they were never wrong,
The Old Masters: how well they understood
its human position; how it takes place
while someone else is eating or opening a wîndow or just walking dully along;

how, when the aged are reverently, passionately waiting
for the miraculous birth, there always must be
children who did not specially want it to happen, skating
on a pond at the edge of the wood:
they never forgot
that even the dreadful martyrdom must run its course
anyhow in a corner, some untidy spot
where the dogs go on with their doggy life and the torturer's horse
scratches its innocent behind on a tree.

In Brueghel's Icarus, for instance: how everything turns away
quite leisurely from the disaster; the ploughman may
have heard the splash, the forsaken cry,
but for him it was not an important failure; the sun shone
as it had to on the white legs disappearing into the green
water; and the expensive delicate ship that must have seen
something amazing, a boy falling out of the sky,
had somewhere to get to and sailed calmly on.

 
Traduzione di Nicola Gardini, ed Adelphi, ottobre 1997.

Sul dolore la sapevano lunga,
gli Antichi Maestri: quanto ne capivano bene
la posizione umana; come avvenga
mentre qualcun altro mangia o apre una finestra o se ne va a zonzo spensierato;

come, quando gli anziani aspettano riverenti, con fervore,
la miracolosa nascita, debba sempre esserci
qualche bambino che non l’avrebbe voluta e pattina
su un laghetto alle soglie del bosco:
non dimenticavano mai
che anche l’orrendo martirio deve compiere il suo corso
comunque in un angolo, in un sudicio luogo
dove i cani fanno la loro vita da cani e il cavallo del torturatore
si gratta l’innocente didietro contro un albero.

Nell’Icaro di Bruegel, per esempio: come ogni cosa ignora
Serena il disastro! L’aratore può
aver udito il tonfo, il grido desolato,
ma per lui non era una perdita grave; il sole splendeva
come doveva sulle bianche gambe inghiottite dalle verdi
acque; e la ricca ed elegante nave che doveva aver visto
una cosa incredibile, un ragazzo cadere dal cielo,
aveva una meta e via passava placida.

1 commento:

  1. E' vero, a volte le parole non si trovano proprio per esprimere quello che si ha dentro, e allora tutto quello che serve è un silenzio carico di rispetto...

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