mercoledì 13 gennaio 2010

Dove è la verità sul Web?

Dopo aver letto ieri l’articolo di Gianni Riotta  Cara, vecchia internet vai sul sito http://www.verità/,  mi è rimasta una sgradevole sensazione che non sono ancora riuscita a cancellare. Mi spiego meglio: quello che Riotta ha scritto, appoggiandosi alle idee espresse nel libro di Jaron Lanier, egli avrebbe potuto farlo con i suoi pensieri, le sue idee, le sue parole.
“Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu”, scriveva Emerson nel 1849 ed è un suggerimento valido, oggi, per aggiungere idee alle idee, per migliorare la qualità dei contributi.

Per quanto possa valere nell’immensità del Web, nel merito penso che la novità sta nelle persone, così come in loro sta la libertà, l’educazione e la capacità di partecipare al mondo esterno e di condividere, parola tanto di moda! Penso anche che è inutile cercare la differenza tra il mondo reale e il Web: in entrambi è possibile operare apertamente o nell’anonimato, selvaggiamente o educatamente, in autonomia o al seguito di altri. E che è possibile dare il giusto valore ai pareri di persone semplici e di Premi Nobel, possono convivere! sia nel mondo reale che nel Web.

(il post di oggi è il commento che ho  lasciato stasera in Manteblog Il declino è una ipotesi)

4 commenti:

  1. Confesso che non sapevo nulla dell'articolo di Riotta.
    Da una parte ci sono i rischi che uno strumento "ammazza-barriere" come il Web genera. Soprattutto quando l'analogico tratta cultura, condivisione, rispetto, come affari per pochi eletti.
    Credo si tratti del prezzo della trasformazione in atto. Quando si impose la scuola obbligatoria per tutti, in Italia molti paventavano la rovina della Nazione. Ma l'allargamento del numero degli studenti ha semmai offerto a tanti l'opportunità di una vita migliore. Non sono mancati e non mancano i disastri, le delusioni, i problemi e le ingiustizie. Ma quando crollano le barriere è sempre una buona cosa: e pazienza se la polvere mi riempie gli occhi...

    RispondiElimina
  2. @Marco
    l'accostamento che hai fatto - scuola / web - non è azzardato. Proprio oggi ragionavo, per motivi lontani dall'argomento del post, che si parla continuamente di old e new media e si dimentica che i primi "mediatori" sono gli insegnanti, i quali presentano ai ragazzi l'approccio alla verità, attraverso le modalità di presentazione ed interpretazione.
    Un compito tutt'altro che semplice.
    (Ho notato che spesso riconduci un discorso al tema scuola ed educazione e fai bene, perchè lì si formano le persone.)

    Torno al tema del post, dici che ogni trasformazione ha un prezzo: quella attuale ha un prezzo alto che stanno pagando molte persone,

    gli eletti..sono più fortunati, per ora.

    Grazie del tuo commento che ho letto con vero piacere,
    Grazia

    RispondiElimina
  3. Credo che molte persone paghino il prezzo non solo per ragioni ahimè non dipendenti da loro. Ma perché così desiderano. In un certo senso, scelgono ogni giorno di perpetuare abitudini, pregiudizi, quando potrebbero liberarsene in maniera piuttosto semplice. Nella Firenze del Rinascimento non si avevano possibilità di scelta; adesso con biblioteche, giornali, riviste, Web, è il non scegliere che è diventato difficile.

    Ciao!

    RispondiElimina
  4. @Marco
    non scegliere è diventato difficile ma si fatica ad orientarsi. C'è grande diversità tra la lettura di un libro e quella sul web: nel primo caso la scelta avviene prima, nel secondo devi continuamente operarne una, inoltre sei sollecitato da mille inviti.
    Certamente le opportunità offerte dalla Rete sono molteplici e contribuiscono ad un arricchimento culturale generale, quoto in pieno quello che hai scritto in merito ad abitudini e pregiudizi(che sono sempre difficili da cambiare).

    RispondiElimina