giovedì 29 aprile 2010

La Serata Manzoniana: parole dal passato per interpretare il presente

-

Stasera Milano è al centro del mondo.

La voce di Giorgio Albertazzi attraversa le navate del Duomo di Milano, arriva al cuore di chi lo sta ascoltando: "Addio monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi é cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto dé suoi più familiari; torrenti, dé quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendio, come branchi di pecore pascenti; addio!"

Stasera chi abita in Lombardia ha potuto seguire in anteprima, in diretta dal luogo simbolo del suo capoluogo, un'anticipazione di uno spettacolo unico, la Serata Manzoniana.
I brani de I Promessi Sposi  insieme alle canzoni scritte oggi diventano il simbolo della continuità fra passato e presente, così  le parole "una città decimata dalla peste"  sollevano la domanda  "qual è la peste del presente".

"Scendeva dalla soglia d'uno di quegli usci...una donna..." la voce di Albertazzi si incrina quando pronuncia il nome di Cecilia, perchè lei è l'immagine delle vittime innocenti  della peste del nostro secolo.
Una giovane donna canta il suo dolore di madre, con parole semplici: "Cecilia, bambina mia. Cecilia, una parola. Cecilia, bambina mia. Cecilia, la tua voce.
Cecilia non aver paura."


(L’opera musicale di Michele Guardi e Pippo Flora tratta dal romanzo di Alessandro Manzoni andrà in scena il 18 giugno allo stadio Meazza di Milano)

-

1 commento:

  1. ho seguito con molto interesse e commozione la Serata Manzoniana. Peccato che vengono proposte raramente serate di questo genere.
    Non era da perdere. Bravissimi gli interpreti.
    Musica coinvolgente.
    Grazie per averne parlato.

    RispondiElimina