martedì 27 aprile 2010

Maonomics, l'amara medicina di Loretta Napoleoni per i mali della nostra economia

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Se l'intento è di sorprendere il lettore, Loretta Napoleoni ci riesce sin dalle prime pagine del suo libro.
Anzi, sin dal titolo, Maonomics, creando un neologismo composto dalla parte iniziale del nome  del grande timoniere 毛泽东 "Mao" e dal suffisso inglese "nomics", dal greco "legge".

L'abbiamo acquistato il giorno stesso in cui è uscito nelle librerie, vuoi per l'interesse verso gli argomenti trattati, vuoi per il fatto che è scritto  da una donna. E' un libro che volge uno sguardo penetrante sulla globalizzazione e sulle  interrelazioni con  democrazia,  comunismo e capitalismo; che cerca di abbattere alcune visioni un po' troppo occidentali, sgombrando il campo da  idee preconcette e dagli stereotipi presentati dai nostri mezzi di informazione.

Con grande semplicità Loretta Napoleoni racconta, dati alla mano,  che la Cina sta investendo sulle nuove fonti di energia rinnovabili,  ricorda che lo "sfruttamento" è stato alla base anche dello sviluppo delle nostre economie, spiega che l'occidente sta regredendo sul piano della tutela dei diritti umani, mentre la Cina è sulla strada opposta, sostiene che il denaro non è finalizzato a produrre altro denaro e, cosa a cui non diamo la giusta importanza, che l'Occidente non produce più nulla.
L'obiettivo del Dragone è l'autosufficienza per il suo futuro: Loretta Napoleoni presenta un modello Cina che l'Occidente deve guardare per analizzarne gli aspetti positivi e un modello Occidente che necessita, nel raffronto, di un'analisi critica per non andare incontro al proprio fallimento. Non solo economico.

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6 commenti:

  1. Se la Cina è sulla strada opposta la Sig.ra Napoleoni mi dovrebbe spiegare come mai squartano e mangiano i cani e i gatti nonchè poi ne vendono le pellicce facendole passare per non so che e come mai neanche molto tempo fa sono stati trovati seppelliti non so quanti milioni di feti di bambine.

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  2. Ma anche no, Patty.
    Troveremo spazio sul blog anche per un post su come gli uomini trattano gli animali, anzi se hai qualche spunto, mandamelo via e-mail.

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  3. Sono daccordo sullo sfruttamento,subito pure da noi da piccoli, per quanto scrive che l'Occidente non produce più nulla mà su questo non ne sono troppo convinto.
    Seguivo una trasmissione sulla Rai qualche giorno fà dove dicevano quanto nuovi miliardari in Cina nascevano ogni giorno.
    Qualcosa non torna
    Buona giornata a tutti

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  4. La mia esperienza nel commercio mi porta a dire che l’Occidente continua a produrre anche se si costata
    che molte attività produttive sono state spostate dall'Europa in zone dove la mano d'opera è a basso costo.
    Che preoccupa è il dilagare ad ampio raggio dell’assorbimento dei piccoli negozi (vedi Milano) da parte dei cinesi, ma la realtà che più allerta il mondo Occidentale in questi ultimi anni, a mio parere, è l’invasione di capitali enormi a loro disposizione che permettono di acquistare poco alla volta delle nazioni intere(vedi Africa).
    Se nell’autosufficienza è compreso lo “sfruttamento” noi occidentali ne abbiamo avuto e ne abbiamo da vendere (di sfruttameno).
    Un caro saluto

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  5. per Giuli
    per noi, accettare l'idea che l'Occidente non produce più sarebbe desolante, ma se guardiamo i dati degli ultimi anni, vediamo che in Europa la tendenza è verso la diminuzione della produzione.

    Quello che segnali circa l'assorbimento dei piccoli negozi - aggiungo delle attività e non solo a Milano - è un sintomo grave che riguarda le piccole realtà, che osserviamo da diversi anni. Coloro che erano sfruttati come mano d'opera a basso costo e che per questo hanno prodotto ricchezza, ora vogliono recuperare il terreno: oltre a produrre, acquistano i punti di vendita per commercializzare i prodotti del loro lavoro, chiudendo un cerchio virtuoso che aumenterà i capitali a loro disposizione.

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  6. per Giuli

    due note sulla parte finale del tuo commento relativa all'autosufficienza e allo sfruttamento: mi è sembrato di capire, leggendo le tesi di Loretta Napoleoni in Maonomics, che la Cina punta all'autosufficienza in termini di risorse interne (io immagino che questo possa determinare una crescita proporzionata, ma questo è un mio pensiero in libertà) spinta da una scelta di "non dipendenza" da altri paesi.

    Sullo "sfruttamento" concordo pienamente con te, ne abbbiamo avuto e ne abbiamo applicato, non solo, ne abbiamo e ne applichiamo anche ora,

    grazie per gli spunti

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