lunedì 19 aprile 2010

Eyjafjallajökull nella nostra vita

-

Era uno degli ultimi voli decollati da Madrid ed atterrati a Milano.
Abbiamo tirato un sospiro di sollievo quando venerdì notte l'aereo su cui viaggiava nostra figlia con i suoi compagni di classe è atterrato a Malpensa.



Nel nord Europa, Francesca e i suoi ragazzi sono in attesa di tornare in Italia, da sabato.
A loro voglio mandare un saluto, nell'attesa che arrivino qui.


.

5 commenti:

  1. unisco al tuo il mio saluto per Francesca e ai suoi ragazzi augurando loro un buon e speriamo veloce rientro in Italia.
    Bisogna sempre essere pronti all'imprevisto e questo è ciò che turba di più.
    Bentornata a tua figlia e ai suoi compagni di classe.
    Ci terrai informata sul rientro di Francesca e i suoi ragazzi.
    Un caro saluto
    enrica

    RispondiElimina
  2. cara Enrica,

    non siamo preparati all'imprevisto e mi scuso per il plurale con le poche persone che - nell'emergenza - hanno preparazione, strumenti e sangue freddo; con le poche persone che hanno gli occhi per vedere e le conoscenze per capire.

    Pensavo l'altra sera che Eyjafjallajökull ha trasformato in cenere le nostre certezze e questo dato possiamo aggiungerlo alle nostre (in)certezze

    Grazia

    RispondiElimina
  3. Cara Grazia
    alcune riflessioni a caldo al mio rientro. Sì, ci vuole sangue freddo e serenità per affrontare l'imprevisto, ma soprattutto la capacità di guardare oltre a sé e distinguere una situazione davvero grave da quello è un semplice disagio temporaneo, che, se guardato dal verso giusto, può persino insegnarci qualcosa. Ho trovato ragazzi certamente non ancora preparati ad affrontare una fatica imprevista, per la loro giovane età e per lo stile di vita che oggi conduciamo, ma li ho visti capaci di sdrammatizzare e comportarsi con compostezza, affidandosi con fiducia ad un adulto. Ho avuto ancora una volta conferma della leggendaria ospitalità del popolo Irlandese, che da molto tempo amo. E infine, una piccola riflessione, che forse sembrerà banale. Abbiamo conoscenze, tecnologia, progresso, ma troppo spesso tendiamo a dimenticarci dei nostri limiti, e un semplice vulcano è lì per ricordarceli, per ridarci un senso delle proporzioni. Servisse da monito....

    RispondiElimina
  4. Cara Francesca,
    queste riflessioni a caldo hanno portato tanti spunti. Riuscire a guardare oltre: difficile per chi è coinvolto e ancor più difficile riuscire a comprendere la reale portata degli avvenimenti. L'impreparazione dei giovani : quante volte mi domando cosa possiamo fare perchè siano meglio preparati! La loro capacità di sdrammatizzare: recentemente ho colto il lato positivo di questo modo di porsi, perchè qualche volta "il re è nudo" e non ce ne accorgiamo. E l'aspetto umano delle situazioni difficili, come l'ospitalità del popolo irlandese (o il fatto che qualcuno qui abbia cercato ogni giorno qualche notizia che vi riguardava) è il segno che può lasciare una traccia dentro di noi.

    Bentornati!

    RispondiElimina
  5. Per Francesca
    ti invio la benedizione scritta da S. Patrizio che ho usato come preghiera per te e i tuoi “ragazzi” prima del vostro rientro in Italia. Questa benedizione ti accompagni nella tua “missione” che è pur sempre un viaggio imprevedibile.
    BENEDIZIONE DEL VIAGGIATORE IRLANDESE
    May the road rise to meet you
    may the wind be always at your back
    may the sun shine warm upon your face,
    and the rains fall soft upon your fields and,
    until we meet again,
    may God hold you
    in the palm of His hand.

    “Sia la strada al tuo fianco,
    il vento sempre alle tue spalle,
    che il sole splenda
    caldo sul tuo viso,
    e la pioggia cada
    dolce nei campi attorno e,
    finché non ci incontreremo
    di nuovo possa Dio
    proteggerti nel palmo
    della sua mano”.
    signora "G"

    RispondiElimina