martedì 13 aprile 2010

Io sto con Emergency

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9 commenti:

  1. Sono daccordo con tè sul bene e sul lavoro fatto dai volontari di Emergency.
    Però andrei cauto aspettiamo l'esito delle idagini.

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  2. @Maurizio

    Io sto con Emergency e con i tre medici italiani.

    Discorso a parte per le indagini: esse vengono svolte in un paese complesso come l'Afghanistan -"nuovo" alla democrazia - e sembrano quantomeno complicate da seguire, ma cercheremo di farlo.
    Speriamo di riparlarne con prospettive più serene.

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  3. @Maurizio

    Viviamo in un mondo dove si comunica, in ogni momento, in tutti i modi, con tanti mezzi.
    Per questo mi domando come sia possibile che i tre medici di Emergency sono scomparsi da sabato da un punto di vista comunicativo?

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  4. Sarò "cattiva", ma visto che Emergency non è mai piaciuta alle autorità italiane, e ascoltati i primi commenti dei nostri politici, non mi meraviglierei se approfittassero della vicenda per scaricare l'associazione.

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  5. Sicuramente si tratta di una questione molto intricata tra le varie intelligence dei paesi presenti e il governo di Kabul.
    Sospetti mai sopiti e desideri di rivalsa su un’organizzazione che al prezioso lavoro umanitario ha tuttavia sempre mischiato la denuncia politica e la scelta di stare con una sola delle parti in conflitto.
    Che non disdegna di accettare finanziamenti da da parte di una delle maggiori società petrolifere italiane,e pur non disdegnando aiuti e denaro dal governo e dalle pubbliche istituzioni, non perde occasione per attaccare le missioni di pace italiane accusate di illecita occupazione.
    E sbagliano secondo mè indicare in Hamid Karzai e nei Paesi occidentali che lo sostengono responsabili e mandanti.

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  6. per Annamaria
    Sergio Romano dice che il primo compito è di proteggerli e ritiene "che non ci sia momento peggiore di questo per imbastire polemiche". Anch'io credo che le polemiche siano fuori luogo ma noto anche che è difficile sottrarsi ad esse.

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  7. per Maurizio

    immagino che ogni organizzazione umanitaria accetti aiuti economici, come potrebbe sopravvivere altrimenti?

    Circa gli atteggiamenti di Emergency mi sento di sostenere che diventa difficile essere obiettivi quando si vivono in prima persona alcune esperienze, per questo credo di comprenderli. Parlare di persone ferite e curare le persone ferite sono cose diverse, così come diverso è parlare della guerra e viverla; è difficile stabilire a priori quale potrebbero essere le reazioni delle persone di fronte ad esperienze dirette.

    Entrando ancora più nell'argomento, non nella polemica, mi sono ricordata oggi di un vecchio post "I medici, nuovi inviati speciali di guerra" che ho pubblicato nel 2009 sul (mio poco curato) blog Area Fluida. Notavo allora che i medici sono rimasti tra i pochi testimoni della storia attuale. Mi aveva sorpreso la testimonianza di Mads Gilbert, medico norvegese e membro della organizzazione umanitaria Norwac, in servizio all'ospedale più grande di Gaza, che aveva inviato un messaggio: "Non sono in grado di dire se gli israeliani stiano usando armi al fosforo bianco o all'uranio impoverito, ma stanno sicuramente sperimentando sulla popolazione di Gaza nuovi ordigni chiamati 'DIME' (Dense Inert Metal Explosive).
    Questa - se vogliamo - era una notizia più giornalistica, ma i giornalisti là non c'erano.

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  8. per pheqof
    condivido pienamente il tuo commento.
    Conosco bene e personalmente tutta la famiglia Strada. Quante polemiche inutili! Sono sul "campo" da sempre e con una professionalità e un coraggio invidiabile.
    Dono condivisione massima per "emergency" per le tante vite umane salvate. Sono sempre stati in prima linea...anche nel ricevere polemiche
    enrica

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  9. @Enrica
    sì, chi sceglie di stare in prima linea si espone sempre, in positivo e in negativo; poi ogni persona nel suo cuore farà un bilancio, ripercorrendo il bene ed il male che ha incontrato.
    “Chi salva una vita salva il mondo intero” era scritto nel Talmud, una frase che forse ai tempi nostri sembra non avere più senso perchè siamo testimoni della sorte di migliaia di persone. Ma se, nella nostra quotidianità, ci trovassimo nella condizione di farlo, ne scopriremmo il profondo significato, senza essere eroi, solo esseri umani

    Grazia

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