lunedì 16 marzo 2009

I blog, nuovi spazi di confronto

All'inizio era la blogosfera, vuota ed immensa; oggi popolata da un innumerevoli blog - nessuno azzarda un nunero - che si moltiplicano come cellule feconde in un universo in espansione.

Come definirli? un po’ sito ed un po’ forum, semplici da creare e pubblicare, luoghi di confronto informale e di libera discussione, comunità di interessi,...sicuramente, spazi dove informazioni e opinioni circolano in tempo reale. Ignorati all'inizio, snobbati poi, i loro indirizzi si sono ora aggiunti nei biglietti da visita di molte personalità, accanto al numero di telefono.

Media virtuali? No, assolutamente reali, come lo sono le persone che li scrivono e quelle che commentano. Il mio nome è Grazia e vi assicuro che esisto, le esperienze di Maurizio sono vere e così le idee di Carol, Veggie, Annamaria, Patty, Francesco, Luciano, Franco, Marty, Giannina, Lucetta, persino la Signora G è reale, ha solo scelto uno pseudonimo, ed ha condiviso con noi la sua esperienza, reale.

Ho visitato molti blog...un mondo tutto da scoprire. I migliori dovrebbero essere quelli dei giornalisti: non è detto, perchè alcuni di loro li vedono come una minaccia all'informazione tradizionale... Ad un mio intervento di ottobre su Zetavu di Vittorio Zambardino, alla domanda (provocatoria) "Quanti blog ci saranno ancora fra sei mesi?" ho risposto "Un numero superiore rispetto a quelli attuali".

I blog continueranno a moltiplicarsi nella blogosfera in espansione,
nuovo spazio di confronto fra le persone, voi che ne pensate?
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Parallelo a questo argomento Annamaria ha pubblicato un post sul suo blog, (qui il link al post "Oltre lo schermo")
(Last Update 24/03/2009)

17 commenti:

  1. Ma ci sono persone che mettono in dubbio l'autenticità delle persone che scrivono sul blog?
    Come sono ingenua, l'idea non mi aveva neppure sfiorato!
    Continua sempre così, è sempre un modo per sentirci una "famiglia allargata".
    Signora "G"

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  2. Che dietro a un blog ci sia sempre qualcuno che lo scrive è inevitabile perchè una pagina non si riempie da sola, però il problema della "sincerità" di chi scrive, come del resto di chi usa una chat o qualsiasi altro mezzo di comunicazione virtuale, è stato oggetto di appassionanti discussioni fin dai primi tempi della diffusione di Internet.
    C'era chi vedeva la rete come il luogo ideale dove nascondersi, mascherarsi, mostrarsi diverso da com'era nella realtà.
    Mi è capitato di leggere pagine di dissertazioni psicoanalitiche sull'uso degli avatar da parte dei blogger...
    Io non ho mai avvertito nessun desiderio di mascherarmi o di mostrarmi diversa da come sono nella realtà. Uso la rete per quello che è, un formidabile mezzo di comunicazione che mi permette di essere in contatto con persone che ben difficilmente potrei frequentare nella vita "reale" (a volte riesco a unire i due mondi, virtuale e reale, ma non sempre), oltre naturalmente ad aggiornarmi e informarmi in molti settori, ma non mi comporto in omdo divers dal solito, i miei pensieri sono gli stessi se parlo con qualcuno nella vita quotidiana ose scrivo una mail o su un blog.
    Annamaria

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  3. Carissima Signora G,
    i tuoi commenti arrivano ogni tanto, a sorpresa e, confesso, mi fanno davvero piacere.
    Ho parlato della "realtà" con riferimento ai blog, perchè leggo ed ascolto spesso pareri su questo argomento che parlano di mondo virtuale, come di uno spazio sospeso, un mondo non reale.
    Volevo sottolineare che questo "mondo virtuale" è invece estremamente reale, con modalità positive e negative.
    Come ricordava Carol parlando di Facebook "la mia rete di contatti su FB coincide con la mia rete di contatti nella vita reale (amici, conoscenti, colleghi simpatici, anche parenti!).
    Una finestra sul mondo, il mio mondo."

    Sono semplicemente nuovi modi per comunicare; nel caso dei blog sono anche una riscoperta di momenti di riflessioni (scrivere presuppone una pausa, un'organizzazione delle proprie idee, uno sforzo per trasmettere dei concetti), un passo alternativo alla velocità che caratterizza il nostro tempo.
    Grazie e a presto
    ciao

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  4. Io penso che un blog sia solo un mezzo. Sono le persone che li scrivono che fanno la differenza. Si può usare un blog per costruire un mondo di bugie, per fare qualcosa d'infinitamente negativo o, viceversa, di estremamente bello. Ovvio che tutto dipende da chi ci sta dietro. Un blog è come una bomba a mano. Una bomba a mano non scoppia finché una persona non toglie la linguetta. Un blog è un mezzo molto potente, ma nullo senza una persona che ci sta dietro. Ed è solo ed unicamente questa persona che può fare la differenza. La cosiddettà "sincerità", trovo sia un concetto molto, molto relativo. Le bugie si possono dire ovunque, nel web come nella vita reale. Personalmente, sono molto più autentica on-line - vuoi per la mediazione di uno schermo, vuoi perchè è una comunicazione indiretta - che non nella vita reale, dove è un continuo inventare balle per nascondere alla gente che mi circonda quello che non voglio si sappia di me.
    E' innegabile, poi, che il numero dei blog presenti in rete tenderà sempre ad aumentare. È una questione di testa e non più di tecnologia perché la “macchina” si è avvicinata, “noi siamo la macchina”. E se è una questione di testa allora recupero dal cestino i vari pezzi che non arrivavano mai alle “istruzioni per l’uso” e li rimetto insieme. E creo un blog. E questo aiuta a mettere in contatto persone che anche sono lontane tra di loro, che nella vita reale non avrebbero modo d'incontrarsi, ma che in questo modo possono iniziare a coltivare delle connessioni. Per coltivare bene le nostre connessioni bisogna pensare all’"I care" scritto da Don Milani su una porta della scuola di Barbiana. Quella scritta rappresenta una geniale proiezione nel futuro. Non esiste cosa al mondo che non ci concerna perché realtà fisica, ecosistema terrestre, comunità umana, conoscenza, vita sul web sono tessuti sterminati di connessioni. Le “cose”, i “contenuti”, da virtuali si materializzano grazie agli intrecci di queste tessiture e l’esistenza di ogni cosa, ivi compreso ciascuno di noi e soprattutto la mente di ciascuno di noi, esiste e si arricchisce in virtù delle sue connessioni con il resto del mondo. L’"I care" di Don Milani ricorda che il nostro potenziale di esistenza si alimenta unicamente attraverso l’attenzione verso il mondo esterno e la compartecipazione. Sia nella vita reale che on-line. Nella scuola di Don Milani infatti scuola e vita coincidevano: la scuola iniziava svegliandosi e finiva addormentandosi educando così i giovani ad un atteggiamento che oggi chiameremmo "lifelong learning". Era scuola trasversale - un po' come quella che oggi possono fare i blog - dove in ogni discorso ed in qualsiasi momento poteva materializzarsi una connessione verso un’altra “materia”. Era scuola fatta dagli studenti, dove colui che si trovava avanti non partiva in fuga bensì utilizzava la propria posizione di vantaggio per dare una mano a chi stava più indietro aiutando anche se stesso perché lo studente che cerca di spiegare ad un altro non perde tempo ma migliora la propria conoscenza. Oggi, aprendo un blog, parliamo di "sharing". Ed è vera condivisione, della più sincera che ci sia, nonostante tutto.
    La vita on-line può rivelarsi un’esperienza straordinaria se viene vissuta come i bambini di Don Milani vivevano la sua scuola. Stare on-line per crescere, per apprendere, in un processo dove colui che apprende è il protagonista che dà forma al proprio ambiente di apprendimento in funzione del progetto che si è prefisso.

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  5. Ciao Annamaria,
    anche io considero la Rete un mezzo di comunicazione, credo anche che, lentamente, vada sostituendosi ai tradizionali media.
    Dal punto di vista della comunicazione, la Rete è un media che non "media", nel senso che le persone, le idee e le informazioni, sono in contatto diretto, immediato ed in tempo reale.
    In modo particolare, quest'ultima caratteristica è ritenuta un elemento imprescindibile della comunicazione. Ne risentono i mezzi più "lenti", quotidiani e riviste, perchè ,nel momento in cui vengono distribuiti, consegnano notizie già superate. Ognuno cerca l’informazione “personalizzata”, quella più congeniale, nel momento che lo desidera e quando i tempi gli lasciano spazio.
    Per quanto attiene la modalità di porsi delle persone sui blog, nei social network, in generale sulla Rete, concordo con quanto scrivi: l'atteggiamento più diffuso è quello da te indicato. Ciò porta a considerare questi spazi meno virtuali e più vicini alla vita reale.

    Una parentesi sulle avatar: per il mio profilo non volevo usare la classica fotografia, ma nemmeno un'immagine di fantasia; ho trovato nelle "scartoffie" un fumetto disegnato da una ex collega (bravissima!) dell'ufficio grafico; da lì ho estratto la mia immagine - ero più giovane - ho colorato la maglietta di rosso, ed ho ottenuto una avatar abbastanza personalizzata...

    un saluto

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  6. Grazie sinceramente per la citazione.
    Io credo che non bisogna credere a tutto quello che si legge, siano blog o giornali, nè a tutto quello che si vede (leggi televisione).
    Abbiamo una testa pensante e possiamo usarla.
    Certo il discorso è diverso quando si parla di minori...
    Buona notte!

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  7. gareng nomero uno ...
    say hello from Indonesia ....

    http://garengsphotography.blogspot.com

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  8. Cara Veggie,
    ho letto con grande attenzione il tuo intervento, perchè molti sono gli spunti e le idee che hai proposto e su alcuni vorrei intervenire.
    Innanzitutto la visione “rivoluzionaria” del blog: l’immagine di una bomba a mano è estrema, ma esplicativa della funzione determinante della volontà delle persone, è questa forza di volontà che diventa l'elemento aggregatore.
    Circa l’autenticità degli atteggiamenti delle persone su Internet, concordo pienamente su quanto hai scritto; aggiungerei che, paradossalmente, le persone sono ancor più autentiche on line; purtroppo ciò vale anche per gli aspetti negativi (un esempio-limite, quello della pedofilia).
    Riguardo all’idea che “noi siamo la macchina”, mi è tornato in mente McLuhan, così sono andata a rivedere un testo, scritto con largo anticipo, intitolato “Understanding Media“:
    "Nelle ere della meccanica, avevamo operato un'estensione del nostro corpo in senso spaziale. Oggi, dopo oltre un secolo di impiego tecnologico dell'elettricità, abbiamo esteso il nostro stesso sistema nervoso centrale in un abbraccio globale che, almeno per quanto concerne il nostro pianeta, abolisce tanto il tempo quanto lo spazio". Con Internet si va verso un abbraccio globale delle idee.

    Mentre è stata per me una vera sorpresa la tua citazione della scuola di Don Lorenzo Milani e l’avvicinamento del tema dell’educazione e della crescita a quello della partecipazione ai nuovi media, come i blog; credo inoltre che il concetto di condivisione sia alla base dei nuovi mezzi di comunicazione, anche se non molti se ne sono ancora resi conto.
    Vorrei anche dirti che è bellissima la descrizione che hai fatto del metodo di Don Milani e di questo apporto ti ringrazio in modo particolare.
    In definitiva il tuo commento da solo è un post, tutto da commentare,
    grazie
    Grazia

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  9. Bellissimo davvero il commento di Veggie. Mi piace il suo esordio sul fatto che il blog è solo un mezzo, perchè condivido in pieno.
    Di blog mi è capitato di vederne tanti, e ci si può trovare di tutto, da chi lo usa come diario personale (e questa era stata in fondo l'idea di partenza) a chi ne fa più semplicemente una vetrina per esporre le creazioni del proprio ingegno, dalle fotografie, ai disegni, alle poesie, a chi ci vende collanine, perchè è più semplice aprire un blog che gestire una pagina web per vari motivi, sia di costi, che di capacità informatica di chi lo apre, e anche perchè in un blog si ha un contatto più immediato con i fruitori.
    Tutto sommato anch'io in principio credo di aver aperto un blog come vetrina per mettere in rete i miei racconti, considerandolo un po' una soluzione di ripiego rispetto alla possibilità di crearmi un sito web più completo, però col tempo credo che il blog sia più soddisfacente dal punto di vista dei contatti che crea fra me e chi mi legge. Un sito rimane piuttosto statico, richiede più tempo e fatica per essere aggiornato e in genere lascia poco spazio ai commenti dei visitatori, mentre in un blog i commenti ai post ne costituiscono un aspetto fondamentale.
    Annamaria

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  10. Vorrei fare un commento su questo coso che si fa chiamare GARENG ma che lingua parla? (gareng nomero uno) sarà un analfabeta??? Mah!!! Comunque potrebbe farsi pubblicità da un altra parte perchè a noi non interessa. Non ho parole ....

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  11. @ pheqof - Sì, quando ho scritto quella frase anch'io avevo pensato a McLuhan...
    Comunque ringrazio te e Annamaria per le belle parole che mi avete rivolto... GRAZIE...

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  12. @Giannina
    certo, credere a tutto...si pecca di ingenuità.
    Direi che con le tecnologie attuali, le informazioni arrivano meno "intermediate", basta pensare a "reporter diffuso": con una semplice telecamera, o un telefonino, è possibile documentare un avvenimento e diffonderlo.
    Abbiamo a disposizione più strumenti per valutare la realtà, certo la "testa pensante" serve sempre...
    ciao

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  13. @Gareng
    ...and we say hello fron Italy

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  14. @Annamaria
    Come hai giustamente notato, nei blog (così anche nei social network) è importante l'aspetto della condivisione e dell'interazione. Ormai i siti che tu definisci statici - senza la possibilità di commento e interazione - credo siano superati.
    a presto

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  15. @Patty
    forse si è voluto davvero fare pubblicità, chi sa? devo dire che, oltre alle macchine fotografiche, sul suo blog c'è una splendida immagine del mare dell'Indonesia, così possiamo anche sognare...
    ciao

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  16. Un blog è un mezzo che permette di esprimere e condividere le proprie idee in modo veloce e facile ,pubblicare contenuti di ogni tipo.
    Ho trovato questa definizione in rete e ve la propongo
    "Un blog è la bocca di chi partecipa, la mano di chi è presente e la faccia di chi ci mette del suo

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  17. @Maurizio
    Ti confesso: la cosa che mi è piaciuta nell'idea di tenere un blog e la democraticità: trovo che sia la caratteristica fondamentale di questo mezzo di comunicazione: gli strumenti che occorrono per aprirne uno sono semplici, gli interventi del blogger e di chi interviene vengono fissati nel tempo, non è possibile per il blogger correggere gli interventi che arrivano, ecc.

    Molto carina la definizione che hai proposto,
    a presto
    ciao

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